Dalla grave crisi della pandemia si può uscire solo cambiando sistema, ripudiando il preteso realismo politico che porta il nostro Paese a vendere armi ai Paesi in guerra.

Come è possibile restare fedeli alla Costituzione e consegnare navi da guerra al governo egiziano? Come può tenersi assieme il progetto europeo se dobbiamo competere con la Francia per conquistare le commesse belliche di quel Paese coinvolto nel conflitto in Libia e che ignora le richieste di verità e giustizia sull’assassinio di Giulio Regeni?

Non è venuto il tempo per dire “no”, una volta per tutte, all’invio di tutti i sistemi di arma ai Paesi della coalizione a guida saudita impegnata nel conflitto in Yemen? Possiamo tollerare che a fornire tali armamenti sia una società italiana controllata da una multinazionale tedesca? A che serve ricordare, assieme, le stragi naziste avvenute sul nostro territorio durante il secondo conflitto mondiale se poi, oggi, siamo complici della gravissima crisi umanitaria denunciata dall’Onu in Yemen? “Mai più!” è stato il grido che ha fondato il sogno europeo di pace.

Crediamo, davvero, di investire per la “Next generation” continuando a spendere risorse in progetti come quello dei caccia F35 invece che in produzioni civili per il bene comune? È realmente una scelta strategica lungimirante continuare a seguire i consigli recessivi del complesso militar industriale invece di dedicarsi a grandi opere necessarie come la lotta contro il dissesto idrogeologico e le bonifiche dei territori inquinati da decenni di scelte industriali dissennate?

Ne parliamo, alla vigilia di Natale di questo anno speciale 2020, collegandoci con:

· Antonella Visintin, coordinatrice della Commissione Globalizzazione e Ambiente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia

· Alfio Nicotra, copresidente Un Ponte per…

· Don Renato Sacco, coordinatore nazionale Pax Christi

· Francesco Vignarca, Rete italiana pace e disarmo

#tuttoèconnesso Ambiente, lavoro, futuro

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23 dicembre 2020 ore 18.30