«Sì a modifiche, no a stravolgimenti». Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, risponde così a chi chiede di cambiare il decreto su contratti a termine e apprendistato, ultimo ieri il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, in un’intervista a “il manifesto”. Tra i più critici rispetto al dl, ci sono la Cgil e la Fiom.

«Penso a una buona discussione, a una riflessione sul merito perché credo che la sostanza del dl sia accettabile e quindi approvabile da parte delle Commissioni parlamentari – ha replicato ieri il ministro – Io però non ho una visione integralista. Sono pronto a una correzione se mi convinceranno nel merito che ci sono aspetti particolari che non funzionano. In quel caso, il Parlamento farà bene la propria parte».

«Nessuna preoccupazione», dunque, e nessuna previsione di mettere la fiducia: «Non esiste. Qui si tratta di un normale iter parlamentare che verrà fatto nella dialettica ordinata che ci deve essere tra governo e Parlamento», dice Poletti. Sia Damiano che Stefano Fassina, ex viceministro all’Economia, affermano che «il decreto aumenta la precarietà: tre anni senza causale sono troppi, e non si possono eliminare del tutto le quote di stabilizzazione degli apprendisti».