Il piano del governo è già pronto, e si è tradotto in un emendamento che il ministero del Lavoro ha annunciato di voler presentare entro oggi: sarebbe un’integrazione al ddl delega Jobs Act, e istituirebbe l’Agenzia unica per le attività ispettive. Aggregando, come chiedono da tempo sia gli ispettori che i sindacati, le funzioni di ministero, Inps, Inail, Asl e tanti micro enti, finora scoordinati. Il segretario generale del ministero, Paolo Pennesi, ha illustrato il progetto ai sindacati, ma si registrano già dei malumori tra gli enti interessati: perché si prevedono passaggi di personale.

Intanto ieri il ministro Giuliano Poletti, in Senato, ha confermato che per la cig «manca 1 miliardo».

Gli ispettori del lavoro negli ultimi mesi sono stati al centro delle cronache per diverse aggressioni subite in numerosi cantieri di tutta Italia, soprattutto dopo il suicidio di un pizzaiolo napoletano a seguito di una sanzione. La campagna di denigrazione li ha spaventati, e sommata alle tante difficoltà materiali (dalla mancanza di benzina alle auto), li aveva spinti a protestare: manifestazioni, ma anche auto-sospensioni. I sindacati calcolano ad esempio che su 109 uffici territoriali, in ben 50 gli ispettori hanno sospeso l’uso della vettura propria, protesta che coinvolgerebbe 1.000 addetti su un totale di 3 mila.

Il ministro ha così deciso prima di incontrarli, e poi di avviare la riforma, che cammina parallelamente a quella per l’Agenzia nazionale del Lavoro, che unificherà Isfol, Italia Lavoro e centri per l’impiego, creando una nuova struttura per le politiche attive: cioè per aiutare chi cerca un’occupazione.

I sindacati sono stati informati di questi progetti, ma per il momento non ci sono dei veri e propri tavoli di contrattazione: un nuovo incontro è previsto tra la terza e la quarta settimana di luglio. Ma la richiesta è quella di coinvolgere sia il ministro che le segreterie confederali, oltre che le categorie: anche perché la riforma andrà a mettere le mani in molti enti. Per capirci, il personale di Inps, Inail o Asl, oggi addetto a differenti funzioni, controlli e con diversi contratti, andrà tutto a confluire nella nuova Agenzia, diventandone dipendente. Il che potrebbe significare la modifica di garanzie e retribuzioni, dal contratto nazionale alle paghe accessorie e altri benefit. Anche in peggio.

Insomma la riforma – a meno che non si coinvolga in modo serio e partecipato il sindacato – non sarà facilissima. Senza contare i possibili conflitti sulle competenze, vedi Titolo V: l’articolo 117 della Costituzione infatti assegna alle Regioni la tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Ma un accordo Stato-Regioni potrebbe sciogliere il nodo.

L’Agenzia, vigilata dal ministero del Lavoro e con database finalmente unificati, avrebbe un ufficio centrale nazionale, e poi delle sedi regionali. Misterioso è per ora il destino delle attuali sedi provinciali (oggi l’ispettore del lavoro è insediato nelle dpl, direzioni provinciali del lavoro): si ventilano tagli, anche per spending review, il che apre interrogativi non solo sul personale amministrativo di questi uffici, ma anche sull’opportunità di allontanare gli ispettori dai territori, centralizzandoli in un’unica sede regionale (il ministero ha fatto eccezione solo per le zone ad alta criminalità, dove si conserverebbero insediamenti).

Sotto il direttore generale della futura Agenzia, ci dovrebbero essere quattro dipartimenti, o funzioni diverse, che dovrebbero riprodurre le attuali tipologie di controllo (dalla salute e sicurezza ai contributi e alla regolarità dei contratti). Ma l’obiettivo è, appunto, avere un «super ispettore unico», che cioè possa, in un solo controllo, esaminare tutti gli aspetti, evitando così di riprodurre un grosso problema attuale, che genera anche le proteste delle imprese: ovvero diversi controlli magari a poca distanza tra loro.

Il «super ispettore unico» appare forse un po’ chimerico, a meno che non si investa molto nella formazione. Il tutto, lasciando fuori le ispezioni fiscali (Fiamme gialle e Agenzia delle Entrate), che rimarrebbero a parte. Ovviamente il destino dell’Agenzia è legato all’intero Jobs Act, la cui approvazione si attende non prima del prossimo autunno.