Le proteste degli ispettori del lavoro, la loro denuncia rilanciata da il manifesto, hanno sortito una prima risposta: il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha emesso ieri un comunicato in cui definisce «non più tollerabili le minacce e le aggressioni fisiche e verbali al personale ispettivo». Il prossimo appuntamento, dove i sindacati (e le imprese) incontreranno il ministro, era già in programma, e Poletti ha voluto rilanciarlo proprio attraverso la sua nota: domani, a Palazzo Reale di Napoli, è previsto un dibattito organizzato dal ministero per parlare di lavoro sommerso, e nel contempo si riunirà il Comitato nazionale di vigilanza delle attività ispettive.

Un segnale che il ministero ha voluto dare dopo le accuse rivolte in particolare agli ispettori napoletani per il suicidio del panettiere Eddy De Falco, due mesi fa, dopo un’ispezione e una multa. Da quel momento si sono moltiplicati gli attacchi al personale ispettivo, con aggressioni verbali e fisiche, e atti di vandalismo da parte di diversi imprenditori: episodi a Brescia, Siena, L’Aquila, Foggia, in Liguria. A Napoli hanno perfino affisso dei manifesti con scritto «assassini».

Ma il ministro finora non ha mai voluto incontrare i suoi ispettori, nonostante le ripetute richieste, né aveva mai, prima di ieri, detto parole pubbliche in loro difesa. «Gli ispettori del lavoro – ha scritto Poletti nella sua nota – svolgono da sempre, anche nei difficili momenti di crisi economica, una funzione essenziale per tutelare i diritti fondamentali dei lavoratori e garantire la corretta concorrenza delle imprese sul mercato. Non sono più tollerabili gli episodi di minacce ed aggressioni fisiche e verbali che hanno coinvolto il personale ispettivo negli ultimi mesi. Per questo siamo incondizionatamente al fianco degli ispettori per supportarli al meglio nel momento in cui viene messa in discussione l’importanza e la credibilità della loro attività».

«Siamo consapevoli – ha concluso il ministro – della grande difficoltà e delicatezza dell’azione svolta dagli ispettori e dell’esigenza di potenziare e migliorare le condizioni complessive, sul piano organizzativo ed anche economico, per rendere più agevole, sicuro ed efficace il loro lavoro. Auspichiamo che l’incontro di giovedì sia l’occasione per restituire al personale ispettivo la dignità che gli spetta agli occhi dell’opinione pubblica, e per riaffermare l’esigenza di legalità nel mercato del lavoro. Non basta cambiare le regole se non si riesce a dare effettività alle nuove disposizioni: e questo è possibile solo se funzionano i controlli».

«È la prima chiara presa di posizione del ministro, dovuta alle nostre iniziative e credo anche all’articolo de il manifesto – dice Giuseppe Palumbo, della Fp Cgil – Finora, però, non solo Poletti non ha voluto darci risposte sui tanti problemi aperti per gli oltre 3 mila ispettori, ma anche, più in generale, non le ha date a tutti i circa 7 mila dipendenti del ministero. Quindi ora ci aspettiamo di essere ascoltati, di vedere fatti: per questo saremo a Napoli, a un presidio con i lavoratori».

A Napoli attendono il ministro anche i lavoratori del sindacato autonomo Flp. Il segretario Angelo Piccoli è molto radicale e annuncia una protesta forte se non ci saranno risposte: «La nota di Poletti mi pare per ora solo propaganda per il suo convegno – dice – Sarebbe stato opportuno citare le nostre proteste, la piattaforma che gli abbiamo fatto avere. Se non vedremo atti concreti, inviteremo gli ispettori a riconsegnare le loro tessere e ad autosospendersi. Perché non è più possibile lavorare così: molti hanno paura. Uno Stato che non difende i suoi rappresentanti, non difende sé stesso».