Era uno dei paesi «virtuosi», in grado di controllare il coronavirus al meglio, nonostante le complicazioni politiche dovute alla sua esclusione dall’Oms a causa del «peso» politico della Cina. Dal weekend, però, a Taiwan sono aumentati i contagi, oltre 700, con un picco di 300 ieri: non tanti in un paese da 24 milioni di abitanti ma abbastanza per far scattare procedure di sicurezza come non si erano mai visti nell’isola durante questo anno pandemico.

Immediate sono state annunciate le chiusure di cinema e altri luoghi pubblici, mentre sono state varate regole anti assembramento. E da oggi tutte le scuole di Taipei, dalle elementari alle superiori, saranno chiuse per due settimane, in risposta all’emersione di casi di coronavirus nella città. Lo ha annunciato ieri l’amministrazione cittadina, citando l’aumento dei casi trasmessi localmente. La sospensione delle lezioni in loco dal 18 al 28 maggio include scuole medie e superiori, scuole elementari, asili, asili nido e scuole private, ha riferito il governo di Taipei. Analogamente i cittadini stranieri senza permesso di soggiorno non potranno entrare a Taiwan dal 19 maggio al 18 giugno prossimi. Lo riferisce l’agenzia di stampa nazionale «Cna».

Il Centro di comando centrale epidemico di Taipei ha precisato che sarà parimenti sospeso il transito di voli passeggeri nello stesso periodo di tempo. L’annuncio – come segnalato da Agenzia Nova – arriva dopo l’aumento dei casi domestici di Covid-19 e la decisione delle autorità di Hong Kong e Macao di irrigidire le misure nei confronti di cittadini taiwanesi. Il capo dell’autorità sanitaria di Taipei, Chen Shizhong, ha spiegato in conferenza stampa che le misure saranno adottate al fine di contenere al meglio i contagi e garantire la sicurezza e la salute dei cittadini. Saranno dunque vietati gli ingressi, i transiti di voli internazionali ed inoltre saranno attuati rigorosi controlli alle frontiere.

Tra le tante riflessioni che stanno animando il dibattito sull’isola c’è la constatazione di una campagna vaccinale che non è mai partita. «C’è stata una lacuna nell’approccio di contenimento ed è necessario uno sforzo di vaccinazione a tutto campo per colmare questa lacuna», ha detto l’ex ministro della salute Yang Chih-liang al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post. Taiwan si è assicurato solo 10 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, con le prime 300.000 arrivate a marzo e aprile, oltre a 5 milioni di dosi del vaccino Moderna, con la prima spedizione prevista per la fine di giugno. Altri 4 milioni di dosi sono state ottenute attraverso lo strumento Covax dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Ma al momento solo 194.678 persone avevano ricevuto un colpo di AstraZeneca, secondo il Central Epidemic Command Center. «Taiwan ha avuto così tanto successo nel controllare l’epidemia, così tante persone pensavano di non aver bisogno di essere vaccinate» ha detto Lee Bing-ying, pediatra della Pediatric Infectious Diseases Society di Taiwan.