La procura di Civitavecchia vuole fare luce sui rapporti finanziari tra Banca Etruria e Luigino D’Angelo, il 68enne suicida il 28 novembre dopo aver perso i suoi risparmi, e ha disposto l’acquisizione della documentazione all’istituto di credito. Saranno poi sentiti i responsabili della Banca Etruria che hanno gestito i risparmi di D’Angelo. Il pm Alessandra D’Amore, titolare dell’inchiesta contro ignoti per istigazione al suicidio, vuole accertare se il pensionato fosse a conoscenza dei rischi della sottoscrizione di un’obbligazione subordinata, ossia esposta in caso di insolvenza della banca. Verranno sentiti anche i testimoni della vicenda ed i responsabili della banca. Intanto, al vaglio del pm arriva la denuncia dell’associazione Tribunale Dreyfuss che nella morte del pensionato ravvisa «la grave ipotesi di reato prevista e punita dall’articolo 586 del codice penale (Morte o lesioni come conseguenza di altro delitto). «Si ritiene – secondo Tribunale Dreyfuss – che una volta accertato un comportamento delittuoso dei funzionari dell’ istituto bancario… ciò possa comportare anche l’ipotesi del reato di omicidio colposo con pene aumentate, mentre appare più difficile configurare l’ipotesi di istigazione al suicidio».