Una specie di «Robin tax» sui concessionari, il quasi azzeramento della tassa sulle auto aziendali e la riduzione del 70% della «plastic tax». Dopo settimane di vertici di maggioranza, il governo propone come cambiare la legge di bilancio. Nelle ore in cui alla Camera viene posta la fiducia sul decreto fiscale, il governo tenta uno «sprint» per portare in aula la manovra lunedì, in una corsa contro il tempo che non scongiura il rischio del via libera finale solo tra Natale e Capodanno. Lo fa presentando un emendamento unico alla manovra composto da una ventina di misure per un totale di 1,7 miliardi: per coprire lo stop alle «microtasse» viene inserita una clausola di salvaguardia che farebbe aumentare di circa 900 milioni le accise sulla benzina nel 2021.
I nodi politici però non sono tutti risolti: Italia Viva storce il naso sulla Robin tax e chiede l’abolizione totale della tassa sulla plastica e anche della Sugar tax, che potrebbe essere cambiata alla Camera.
A Montecitorio, intanto, prende la sua forma definitiva il decreto fiscale, su cui giovedì sera si voterà la fiducia e che verrà «blindato» al Senato. Resta la riduzione della polizza Rc auto, con l’applicazione della classe di merito più favorevole a tutti i componenti di ciascuna famiglia: l’adeguamento potrà scattare al momento del rinnovo della polizza. Quanto al 730, resta lo slittamento da luglio a settembre della scadenza ma non ci sarà l’allargamento della platea dei contribuenti. Infine, come annunciato, viene stralciata anche la norma per rinviare le regole di trasparenza delle fondazioni politiche. Il Pd ritira la sua proposta ma, d’intesa con il M5s, presenterà un ordine del giorno che impegni a inserire in manovra una norma che riduca la platea delle fondazioni coinvolte.
Quanto alla manovra, la novità principale è l’aumento del 3% per tre anni dell’Ires sul reddito complessivo netto dei concessionari. La misura, voluta dal Pd, è destinata a far discutere, anche perché si applica anche ad Autostrade, mentre è in corso l’istruttoria per la revoca della concessione. Ed è una sorta di «Robin tax» che destina i 647,1 milioni stimati nel 2020 (369,8 mln nel 2021 e 2022) a migliorare le infrastrutture e combattere il degrado sociale. L’aumento scatta per chi gestisce porti, aeroporti (esprime «preoccupazione» Assaeroporti), autostrade, lo sfruttamento di acque minerali, la produzione di energia elettrica, le ferrovie, le frequenze radio tv e telefoni. Sono salvi i balneari e le concessioni petrolifere.
Tra le novità annunciate in manovra c’è poi la scomparsa del bollo sui certificati penali, l’arrivo di 40 milioni per i Vigili del fuoco e 50 milioni per il sostegno agli affitti. C’è poi il quasi azzeramento, con solo un milione di incasso nel 2020, della tassa sulle auto aziendali: non solo slitta a luglio e si applica alle nuove immatricolazioni, ma si articola in 4 fasce in base alle emissioni. I mezzi in fringe benefit concorreranno al reddito per il 25% per le auto più ecologiche mentre si arriverà al 60% per quelle che più inquinanti. Infine, la plastic tax: si dimezza l’imposta, a 50 centesimi al chilo, e si escludono i prodotti che contengono plastica riciclata, tutti i contenitori di medicine e dispositivi medici.