Nessun confronto con Federico Pizzarotti e nemmeno un’assemblea dei parlamentari (era stata ipotizzata per questa sera) dedicata al «caso Parma». Domenica a tarda sera, attraverso Facebook, il sindaco della città emiliana sospeso dal Movimento 5 Stelle aveva proposto l’incontro, da trasmettere possibilmente in diretta streaming: «Sono come sempre disponibile a confrontarmi sia con il direttorio, sia con il gruppo parlamentare». E aveva pubblicato l’avviso di garanzia ricevuto insieme al parere legale che lo avrebbe spinto a non rendere pubblico l’atto del tribunale di Parma che gli era stato recapitato a febbraio: «Avrei leso il diritto delle altre persone coinvolte in questa indagine».

Ma la risposta di Luigi Di Maio, che sarebbe stata concordata con Milano, è stata di chiusura totale: «Chi non rispetta le regole, non fa parte del M5S. Noi non siamo superiori, abbiamo delle regole e intendiamo rispettarle». Pizzarotti avrà tempo fino a domenica per presentare le «controdeduzioni» rispetto al provvedimento preso nei suoi confronti, una sospensione che sembra già destinata a tramutarsi in espulsione dal Movimento. Per quanto riguarda l’ipotetica assemblea congiunta dei gruppi parlamentari, dallo stesso Movimento 5 Stelle si replica che «per convocarla sono necessarie le firme di un terzo dei parlamentari» mentre «qui nessuno ha raccolto firme». Salterà anche la consueta assemblea del martedì.

«Come al solito non sono io che mi sottraggo al dialogo. Io come sindaco ci metto sempre la faccia, chi ha deciso che l’assemblea non fosse un buon modo per chiarirsi?», commenta Pizzarotti.