Hanno i numeri del megaconcorso pubblico le elezioni del Movimento 5 stelle per la scelta dei candidati alle europee di maggio. In 4.500 da tutta Italia hanno inviato al blog di Beppe Grillo il proprio curriculum con una descrizione di quanto vorrebbero fare se il prossimo 26 maggio dovessero essere tra i fortunati che avranno vinto la lotteria a 5 stelle per un posto all’europarlamento. Una possibilità resa concreta dalla facilità con cui chiunque in questi giorni ha potuto presentare la propria candidatura, senza selezioni di alcun tipo e con la speranza di avere tra gli iscritti al movimento abbastanza amici o parenti disposti a cliccare sul suo nome. Segno che la politica se non è più una passione, per molti rappresenta comunque un ottimo posto di lavoro, seppure a tempo determinato e seppure a stipendio ridotto come impone il non statuto del movimento.

E’ chiaro che l’alto numero di candidature non deve essere scambiato per un successo della procedura voluta da Grillo e Casaleggio per scegliere i candidati a qualsiasi elezione, locale, nazionale o europea che sia. Al punto che anche tra i parlamentari più fedeli al comico genovese ieri non sono mancati dubbi sull’iniziativa. «La candidatura a Roma è una malattia assai diffusa», è ad esempio il commento scritto su Facebook Roberta Lombardi, ex capogruppo alla Camera, insospettita dall’alto numero di curriculum – ben 700 – presentati nella capitale. «Tranne una 40ina (a dir tanto) di attivisti conosciuti sul territorio, gli altri hanno ceduto al richiamo del bottone sulla candidatura alle europarlamentarie». Gente «mai vista né conosciuta», prosegue Lombardi, che invita giustamente gli iscritti a informarsi bene prima di votare.

Precauzione comune nella rete, dove sono molti i militanti a cui il sistema inventato da Grillo proprio non piace. E non solo perché, come al solito, ieri il comico ha dato avvio alle votazioni – dalle 10 elle 21 – quando l’ora di inizio era già passata da un po’(cosa che ha fatto arrabbiare molti), ma anche per l’approssimazione con cui gli iscritti sono costretti alla scelta. «Devo dirlo, io sono sempre stato favorevole alle votazioni on line, ma questa sulle europee è una porcata rara», scrive Luciano R. «C’è dentro di tutto: opportunisti, gente incompetente o che non ha capito il senso del M5S».

Quello che si è svolto ieri è stato il primo turno, in cui gli iscritti hanno dovuto esprimere tre preferenze tra i candidati della propria regione. Il vincitore entra di diritto nelle liste finali, mentre tutti gli alti dovranno giocarsela al secondo turno nelle circoscrizioni europee, in numero proporzionato all’area geografica di appartenenza.

«Dopo todos caballeros, todos candidatos», ironizza sempre su Facebook l’ex Francesco Campanella, uscito dal M5S con l’ultima tornata di espulsi. I candidati per le europee sono uno sciame, più di 600 in Lombardia, 500 in Sicilia – prosegue Campanella -. Tutto questo ha le proporzioni di un concorso in un ministero. I loro collaboratori (preselezionati da Casaleggio) sono molti di meno. E’ possibile che abbiano più chances gli aspiranti collaboratori che i candidati? Una riflessione… Casaleggiocrazia?».