Sono sfociati ieri in un raduno politico i riti funebri per il rabbino-colono Raziel Shevack, dell’avamposto coloniale di Havat Gilad, illegale anche per la legge israeliana oltre che per quella internazionale, ucciso martedì sera da colpi sparati da un’autoveicolo palestinese in corsa. «L’unica vendetta è continuare a costruire» negli insediamenti ha detto, rivolgendosi alla folla che scandiva «Vendetta, Vendetta», il ministro dell’istruzione Naftali Bennett, leader del partito Casa Ebraica. Invito subito accolto dal ministro della difesa Lieberman che, oltre ad annunciare la sua intenzione di legalizzare Havat Gilad, ha chiesto alla Commissione di pianificazione civile di autorizzare la costruzione immediata di 1.285 nuovi alloggi nelle colonie israeliane già esistenti nella Cisgiordania sotto occupazione militare. Lieberman vuole anche l’approvazione per altre 2.500 case per i coloni nei futuri piani regolatori riguardanti 20 insediamenti.

La Commissione di pianificazione civile è responsabile per l’ondata di cemento che si sta abbattendo sui Territori palestinesi occupati da quando Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. Il governo Netanyahu ha approfittato subito dell’insediamento a Washington di una Amministrazione che si proclama alleata di ferro di Israele e che, più di tutto, è legata a doppio filo ai nazionalisti religiosi che guidano lo Stato ebraico. L’ha dimostrato più di ogni altra cosa il riconoscimento unilaterale di Gerusalemme come capitale d’Israele fatto alla fine dello scorso anno da Trump. E non è secondario il fatto che esponenti di punta dell’Amministrazione Usa siano donatori oltre che sostenitori del movimento dei coloni, come il genero del presidente e inviato speciale per il Medio Oriente Jarod Kushner e l’ambasciatore americano in Israele, David Friedman. La Commissione di pianificazione civile si è riunita l’ultima volta ad ottobre quando ha proposto la costruzione di 2.646 alloggi nelle colonie e ha dato il via libera definitivo all’edificazione di altre 1.323 abitazioni approvate in precedenza. In base alle intese con gli Stati Uniti, Israele può aggiungere un numero illimitato di unità abitative agli insediamenti coloniali nella Cisgiordania occupata a condizione che non aumenti in modo significativo «l’impronta territoriale della comunità esistente». Una condizione astratta perché sul terreno le colonie esistenti continuano ad allargarsi ed inoltre si deve tener conto della legalizzazione di numerosi avamposti avvenuta un anno fa e della programmata costruzione di un nuovo insediamento.

Una gigantesca caccia all’uomo, con l’impiego anche di forze speciali dell’esercito, era in corso ieri in tutto il distretto di Nablus. I villaggi palestinesi della zona sono stati chiusi e circondati da centinaia di soldati mentre i coloni di Yizhar e di altri insediamenti militanti hanno attaccato con lanci di pietre abitazioni ed automobili palestinesi provocando, secondo fonti locali, il ferimento leggero di quattro persone. I comandi militari hanno ordinato di fermare queste rappresaglie ma ieri sera non si aveva notizia di arresti tra gli estremisti. Da parte sua il premier Netanyahu ha intimato al presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen di condannare l’uccisione di Raziel Shevack. Per Netanyahu l’accaduto avrebbe mostrato «la vera natura del conflitto (con i palestinesi) che – a suo avviso – è il rifiuto di riconoscere lo Stato di Israele entro qualsiasi confine, accompagnato dall’incoraggiamento all’omicidio di israeliani ovunque si trovino». Hamas da Gaza ha elogiato l’attacco definendolo «eroico». La Cisgiordania, ha scritto in un comunicato il movimento islamico rivolgendosi a Israele, «sarà il vostro coltello nel fianco».