«La riforma della cittadinanza è un provvedimento necessario perché guarda all’oggi e al domani», «non farlo sarebbe un’occasione persa e non andrebbe a vantaggio di nessuno». La presidente della Camera Laura Boldrini ha promesso che non comunicherà le sue scelte politiche – cioè e elettorali – prima della fine della sessione di bilancio di Montecitorio. Ma ieri da Siena, dalla presentazione del suo libro («La comunità possibile. Una nuova rotta per il futuro dell’Europa») ai presenti è sembrata particolarmente incisiva sullo ius soli. Non è una novità, è la sua posizione dall’inizio.

La novità sembra arrivare invece dal suo compagno di strada Giuliano Pisapia in queste ore occupato, con i suoi, nella chiusura dell’accordo elettorale con il Pd. Ieri a Roma, a margine della commemorazione dello scomparso oncologo Umberto Veronesi, Pisapia ha avuto un colloquio con Piero Fassino, ambasciatore di Renzi nella trattativa sulle alleanze. Martedì dovrebbe arrivare la stretta finale e l’accordo, che nessuno seriamente mette in dubbio. Ma sulle condizioni concordate ancora Campo progressista insiste su un punto: lo ius soli. Approvarlo, o almeno metterlo all’ordine del giorno, è essenziale per una formazione che dovrà ingoiare il «rospo» Alfano nella coalizione, cosa fin qui esclusa. Dimostrare che non è il leader uscente di Ap a mettere ancora le condizioni all’alleato Pd sarebbe vitale per una lista che ha l’ambizione di fare la sinistra dello schieramento. Anche perché rinunciare alla legge in questa legislatura significherebbe di fatto rinunciare ad approvarla anche nella prossima. Sarebbe un argomento incontestabile per i compagni separati della lista di sinistra che non mancheranno di sottolineare le incoerenze dell’ex sindaco di Milano dai proclami del luglio scorso al magro bottino della trattativa con il Pd.

Fassino però dà per impossibile l’approvazione dello ius soli in questa legislatura e di questo sta cercando di convincere i futuri alleati di sinistra arancione.
Fatto sta che ieri Pisapia ha parlato di «biotestamento» come «una legge di civiltà, punto scriminante» che va «assolutamente approvata». Quanto allo ius soli, il discorso «è analogo» ma ci sono maggiori difficoltà», tuttavia «bisognerebbe fare il possibile e anche l’impossibile».

Martedì prossimo la legge entrerà in conferenza dei capigruppo, a palazzo Madama. Ma da qui alla calendarizzazione ce ne corre.