«Non penso nemmeno lontanamente di candidarmi alle prossime elezioni. Adesso ho un impegno a cui credo, ma non ho incarichi istituzionali e non ambisco a nessun ruolo». Giuliano Pisapia l’aveva detto altre volte, ma stavolta queste parole, pronunciate in un convegno della Filt-Cgil a Milano a soli dieci giorni dal lancio di Insieme, il nuovo «soggetto» di cui di fatto è leader, fanno un certo effetto. Lo sanno bene al suo quartier generaledi Milano, che in poco viene inondato di richieste di spiegazioni. Per qualche ora ieri a sinistra si diffonde l’idea che Pisapia si sfila dalla battaglia.

NEL POMERIGGIO la precisazione: – «Come ho detto in più occasioni, ho scelto di proporre un percorso aggregante e unificatore in risposta ai tanti cittadini e alle tante realtà associative e sociali che hanno espresso la necessità e l’urgenza di un nuovo campo largo che sia in grado di assumersi responsabilità di governo», «ho sempre detto che non avevo velleità personali», «ma, sia chiaro, il mio impegno prosegue ancora più forte di prima». Chiarito questo, aggiunge una postilla: «Penso che sia necessario essere coerenti e generosi, soprattutto da parte di chi crede che per cambiare la politica sia necessario un forte rinnovamento generazionale e l’individuazione di nuovi protagonisti. Chi come me ha una lunga esperienza alle spalle è importante che favorisca questo cambiamento».

ALLA CABINA DI REGIA di Insieme, che dovrebbe essere formata nei prossimi giorni – e che potrebbe comprendere i big Pisapia, Bersani e D’Alema – Campo progressista proporrà che in lista non ci sia chi ha fatto più di due mandati parlamentari. Ma non è detto che la regola piaccia a Mdp. Massimo D’Alema, per esempio, ha già detto che per decidere le liste la sua Puglia organizzerà le primarie, e «se i cittadini me lo chiederanno mi prenderò le mie responsabilità». Anche Bersani avrebbe la stessa intenzione. Del resto i più vicini all’ex sindaco gli chiedono di candidarsi: «È ancora prematuro ragionare sulle candidature, ma apprezziamo le parole di Pisapia perché dimostrano che è la persona giusta per guidare la ricostruzione di un campo largo del centrosinistra», dice Ciccio Ferrara, vicepresidente di Art.1 a Montecitorio e capofila di Campo Progressista. Più esplicito Massimiliano Smeriglio, vicepresidente del Lazio, che apprezza «la generosità di Giuliano», tuttavia «per quanto riguarda lui, questa scelta non mi convince fino in fondo: la nostra battaglia è anche quella di ridare significato ai luoghi della democrazia, fra questi c’è il parlamento». E c’è un’altra ragione, per cui alla fine a Pisapia sarà chiesto di candidarsi, spiega: «La partita delle prossime elezioni è quella della vita, tutti gli abili sono arruolati, e se abbiamo un Maradona in squadra non possiamo permetterci il lusso di tenerlo in cantina».

DEL RESTO LO STESSO PISAPIA al Quotidiano Nazionale, lo scorso 22 giugno, era stato più possibilista parlando di «garanti che valuteranno le singole candidature e questo varrà per tutti, anche per me». Anche Speranza la pensa così: « Il mio auspicio è che alla fine decida di starci comunque», «a volte un atto di generosità è fare un passo indietro, questa volta la generosità sarebbe un passo avanti».

A PISAPIA ARRIVA anche il sostegno di Andrea Orlando: «Le nostre difficoltà sono quelle che incontra anche Pisapia nel suo campo. La logica di coltivare degli orti separati sostiene le rendite personali. Io credo si debba scommettere con Pisapia, penso che oggi, con Prodi e pochi altri, si attiene al principio di realtà. Noi stiamo preparando la strada per la vittoria del centrodestra». Orlando, Pisapia e Prodi si sono incontrati mercoledì sera a Bologna, alla presentazione di un libro. Per il professore l’ex sindaco potrebbe essere decisivo per proporre, più avanti, a Renzi un’alternativa: rifare il centrosinistra o perdere altri pezzi del partito. Ma, appunto, si vedrà più avanti.

INTANTO, ARCHIVIATO quello di ieri come un inciampo di «comunicazione», resta invece aperta la questione delle alleanze a sinistra. Sarà la «cabina di regia» a cominciare a affrontare il tema, ma «partendo dai programmi», spiega Speranza. Sinistra italiana resta scettica. Gli appelli all’unità si moltiplicano. Mercoledì l’Ars, l’associazione per il rinnovamento della sinistra, ha messo molti protagonisti delle sinistre intorno a un tavolo: e lo scontento per il temporeggiamento di Pisapia si è fatto sentire. Si aspetta di leggere il «manifesto» del nuovo soggetto.

MA L’EX SINDACO, nella stessa intervista di giugno, mostrava poca fiducia sulla possibilità di un’unica lista a sinistra: «Con il proporzionale ci saranno almeno due o tre soggetti politici diversi nel centrosinistra», aveva detto, «Noi cercheremo di attirare il maggior numeri dei consensi sul nostro progetto, che è alternativo a quello del Pd».