Con Ignazio Marino dimissionario e al lavoro per portare a termine entro il 2 novembre i progetti che ritiene più importanti e i provvedimenti più urgenti per la capitale, il Pd renziano apre di fatto la campagna elettorale. Il premier/segretario dopo aver parlato di dream team per il Giubileo e aver annunciato, giovedì, che presto, già la settimana prossima, riverserà su Roma una valanga di soldi mai vista – tra i 500 e i 750 milioni di euro per le opere giubilari, altro che gli 80 milioni che la giunta uscente ha dovuto ricavare dallo stesso bilancio comunale ottenendo dal governo solo un allentamento del patto di stabilità – ieri si è mostrato quasi disinteressato alle vicende romane.«Non metto il naso – ha detto Matteo Renzi – faccio il presidente del Consiglio. Il commissario lo sceglie il Prefetto. Poi, trattandosi di Roma, ovviamente Gabrielli sceglierà il profilo che riterrà più adatto».

Ma contemporaneamente ha imposto a Matteo Orfini un “confronto” con i consiglieri comunali e i parlamentari di area renziana per pianificare meglio strategie e obiettivi dei prossimi – caldi – mesi che attendono i dem. Le gole più profonde dicono si sia trattato di una sorta di redde rationem, non tanto per mettere in discussione l’attuale ruolo di commissario per Roma del presidente dem quanto per chiedergli però di cambiare metodo e di rendersi più disponibile all’ascolto e alla condivisione delle scelte. In sostanza, una nuova strigliata d’orecchie ad Orfini per come ha blindato, prima dell’ultimo colpo di spugna, il sindaco Marino.

Tra di loro, anche il super renziano senatore Stefano Esposito. L’assessore uscente ai Trasporti capitolini ha disertato la seconda giunta presieduta dal sindaco dimissionario – come hanno fatto anche Estella Marino (Ambiente), e Luigina Di Liegro (Turismo), vicina alla Comunità Sant’Egidio – disinteressandosi dei provvedimenti varati sulle “domeniche ecologiche”, senza auto, del prossimo inverno e sui bus turistici che invadono senza permesso il centro storico. Si è invece dedicato a rivendicare la paternità dell’inchiesta aperta dall’Autorità anticorruzione sull’Atac (municipalizzata dei trasporti). «Questo scandalo l’ho denunciato io – ha detto – Parliamo di cifre pazzesche, gli affidamenti a Buzzi e Carminati sono briciole a confronto». E Orfini: «Ci tengo a ringraziare Stefano Esposito, in questi mesi molti hanno ironizzato sulla scelta che avevo fatto suggerendolo per quella postazione. Oggi forse è più chiaro chi avesse ragione».

L’assessore però insiste e attacca direttamente il concorrente più temuto: «Registro su una vicenda gigantesca come questa, ad eccezione del Pd, un singolare e assordante silenzio. Non solo da parte del centrodestra che ha molte ragioni per tacere, ma anche da parte dei moralisti h24 del M5S. Ci troviamo forse di fronte ad un “silenzio degli innocenti” che, in questo caso, spiega molto più di mille parole?».

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La pistola dello starter ha esploso il suo colpo. E Beppe Grillo non rimane certo ai blocchi di partenza: «Roma sarà una bella piazza, ma stanno preparando un Dream team, un team del sogno… Mettono un commissario e 5 o 6 pubblicitari per farci sognare le elezioni… Te lo dico io – dice alla convention Italia 5Stelle – Perché se andiamo alle elezioni a Roma vinciamo in una maniera straordinaria e ci prendiamo il Paese, lo sanno benissimo».