Piova! governo ladro
Il colonnino infame Ministri che non si dimettono, anche se non votano la fiducia al loro governo...
Il colonnino infame Ministri che non si dimettono, anche se non votano la fiducia al loro governo...
Il maggior partito di governo che non vota la fiducia però i suoi ministri non si dimettono; il premier che alle Camere ottiene i voti di fiducia però si dimette, un Presidente che odia i bis e rimanda il premier alle Camere per un voto bis. All’estero nessuno capisce, ma qui che s’è letto il Gattopardo abbiamo capito: tutto cambia perché niente deve cambiare. E poi questi parlamentari hanno fin troppe gatte da pelare per tornarsene a casa: covid, guerra, caro-bollette, la loro pensione, tutta roba che angustia gli italiani, ma mai come l’emergenza idrica. «Troppi sprechi di acqua corrente per innaffiare i giardini, lavare le macchine e tirare gli sciacquoni», denuncia l’azzurro Tajani e cita l’esempio del Cavaliere che per irrigare la tenuta di Arcore ricorre alla Ferrarelle, alla Nepi per tirare a lustro il suo parco auto, e ha fatto caricare i 1612 sciacquoni delle sue varie dimore a Evian.
Matteo Renzi propone invece: «facciamo come i sauditi che con la stessa acqua prima si lavano la faccia, poi le parti intime, quindi i piedi e infine ci lavano il sangue degli oppositori dai pavimenti, ma qui da noi che siamo più garantisti potremmo darla a bere a Travaglio».
Rigorista anche Di Maio che per portare acqua al mulino del suo nuovo «Insieme per il (mio) futuro», insiste con la strategia dell’autocritica: «anche se era una buona idea, devo riconoscere che i navigator per aiutare la gente a trovare lavoro non hanno funzionato, meglio sostituirli subito con dei rabdomanti che con i loro bastoni a forcella possono aiutare la gente a trovare l’acqua».
Come al solito schietto, ma soprattutto sempre chiarissimo nelle metafore il vecchio Bersani: «oh, ragassi, vabbè che per smacchiare i giaguari l’acqua serve a poco che è meglio la trementina, ma qua la mucca nel corridoio bussa alla porta del bagno che ha se-te! e i buchi da tappare nella rete idrica son mica i buchi dell’emmental!»
Radicale la Bonino, che contro la siccità è da tre settimane in sciopero della sete e sciopero del lavarsi i denti, sempre marcata stretta da un dietologo e due paradontologi. E anche la Meloni ha le sue idee: «l’acqua prima agli italiani!» rivendica, «se tutti ‘sti stranieri, rom, clandestini e turisti fai da te ciànno tanta sete, vadano pure a abbeverarsi nelle piscine delle ville di quelli di sinistra a Capalbio». Calenda la rintuzza: «che vengano pure, ma Giorgia non me ne voglia se non troveranno la stessa quantità di cloro che i nazisti usavano per gasarli». Ma quelle erano docce.
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