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Piova! governo ladro

Piova! governo ladro

Il colonnino infame Ministri che non si dimettono, anche se non votano la fiducia al loro governo...

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 16 luglio 2022

Il maggior partito di governo che non vota la fiducia però i suoi ministri non si dimettono; il premier che alle Camere ottiene i voti di fiducia però si dimette, un Presidente che odia i bis e rimanda il premier alle Camere per un voto bis. All’estero nessuno capisce, ma qui che s’è letto il Gattopardo abbiamo capito: tutto cambia perché niente deve cambiare. E poi questi parlamentari hanno fin troppe gatte da pelare per tornarsene a casa: covid, guerra, caro-bollette, la loro pensione, tutta roba che angustia gli italiani, ma mai come l’emergenza idrica. «Troppi sprechi di acqua corrente per innaffiare i giardini, lavare le macchine e tirare gli sciacquoni», denuncia l’azzurro Tajani e cita l’esempio del Cavaliere che per irrigare la tenuta di Arcore ricorre alla Ferrarelle, alla Nepi per tirare a lustro il suo parco auto, e ha fatto caricare i 1612 sciacquoni delle sue varie dimore a Evian.

Matteo Renzi propone invece: «facciamo come i sauditi che con la stessa acqua prima si lavano la faccia, poi le parti intime, quindi i piedi e infine ci lavano il sangue degli oppositori dai pavimenti, ma qui da noi che siamo più garantisti potremmo darla a bere a Travaglio».

Rigorista anche Di Maio che per portare acqua al mulino del suo nuovo «Insieme per il (mio) futuro», insiste con la strategia dell’autocritica: «anche se era una buona idea, devo riconoscere che i navigator per aiutare la gente a trovare lavoro non hanno funzionato, meglio sostituirli subito con dei rabdomanti che con i loro bastoni a forcella possono aiutare la gente a trovare l’acqua».

Come al solito schietto, ma soprattutto sempre chiarissimo nelle metafore il vecchio Bersani: «oh, ragassi, vabbè che per smacchiare i giaguari l’acqua serve a poco che è meglio la trementina, ma qua la mucca nel corridoio bussa alla porta del bagno che ha se-te! e i buchi da tappare nella rete idrica son mica i buchi dell’emmental!»

Radicale la Bonino, che contro la siccità è da tre settimane in sciopero della sete e sciopero del lavarsi i denti, sempre marcata stretta da un dietologo e due paradontologi. E anche la Meloni ha le sue idee: «l’acqua prima agli italiani!» rivendica, «se tutti ‘sti stranieri, rom, clandestini e turisti fai da te ciànno tanta sete, vadano pure a abbeverarsi nelle piscine delle ville di quelli di sinistra a Capalbio». Calenda la rintuzza: «che vengano pure, ma Giorgia non me ne voglia se non troveranno la stessa quantità di cloro che i nazisti usavano per gasarli». Ma quelle erano docce.

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