Ancor più dei duemila lavoratori delle Acciaierie che aspettano da anni un piano industriale degno di questo nome, l’argomento di discussione degli ultimi giorni dell’anno a Piombino è stato il mancato rinnovo di un contratto a termine di un anno (istruttore direttivo amministrativo), nell’amministrazione comunale, del sindaco Pd di Monterotondo Marittimo, Giacomo Termine.

Di fronte alla motivazione ufficiale di aver usufruito di troppi permessi e di aver quindi lavorato troppo poco (circa 90 giorni su 250 complessivi), la Cgil di Livorno e quella di Grosseto sono andate all’attacco, denunciando il «licenziamento politico» di Termine, colpevole solo di essere del Pd in un Comune passato nel giugno scorso a una coalizione eterogenea ma guidata da Francesco Ferrari di Fdi. E Termine non è andato in aspettativa perché l’indennità a Monterotondo, un migliaio di abitanti in provincia di Grosseto, è di soli 450 euro. Anche il Pd toscano, per bocca della sua segretaria Simona Bonafè, ha subito preso posizione: «Abbiamo il sospetto che si tratti di un’azione punitiva di Ferrari per le idee e le iniziative politiche di Termine». E il capogruppo dem in Regione, il grossetano Leonardo Marras, anticipando un possibile atto di condanna in Consiglio regionale, è stato ancor più duro: «Si è chiaramente leso un diritto stabilito dalla legge, e negare con arbitrio diritti politici ignorando la legge o prendendola a calci in Italia ha un solo nome: fascismo. Termine ha fatto ciò che sono costretti a fare tutti i sindaci dei piccoli comuni: utilizzare i permessi per compiere il proprio dovere istituzionale».

Per la cronaca, Termine è anche presidente della Conferenza dei sindaci della Asl sud-est, presidente della Società della salute Colline Metallifere, e membro della giunta dell’Unione dei Comuni Colline Metallifere, tutti incarichi svolti a titolo gratuito.

La vicenda finirà davanti a un giudice, assicura il sindacato: «La Cgil impugnerà il licenziamento. Termine per poter continuare a svolgere nel migliore dei modi il suo mandato elettivo a Monterotondo ha potuto e dovuto usufruire dei permessi previsti dalla legge per assentarsi da Piombino. La stessa cosa avveniva quando Termine era ancora dipendente al Comune di Gavorrano».Ma proprio il fatto di essere in forza al Comune grossetano di Gavorrano fino al 2018 ha dato fiato alla replica del sindaco Ferrari: «Termine risulta nell’organico del Comune di Piombino dal 31 dicembre 2018, periodo durante il quale si è presentato al lavoro in rare occasioni usufruendo, pur legittimamente, dei permessi dati dai suoi molteplici incarichi istituzionali e politici. Altrettanto legittimamente, alla luce dell’impossibilità di valutare il suo rendimento, abbiamo deciso di non confermare la sua posizione. Termine comunque non rimarrà senza lavoro ma, semplicemente, tornerà nell’organico del Comune da cui aveva chiesto il trasferimento».