Nella repressione delle proteste popolari in Cile contro le politiche neoliberiste dettate dall’agenda del presidente Piñera sono rimaste uccise 23 persone, oltre 2300 sono state quelle ferite (1400 per colpi di arma da fuoco), 93 sono le vittime di violenza sessuale,

220 hanno perso la vista o subito gravi traumi agli occhi, ben 26mila sono detenute. E sui muri di Santiago del Cile, sulle case, sui negozi, sui palazzi governativi, perfino su chiese e musei campeggiano le scritte: «Piñera vattene», «Piñera assassino, dittatore, tiranno, tirannosauro», «Il Cile si è svegliato», «Non abbiamo paura», «Rivoluzione popolare»; «Lo Stato uccide»…

Eppure la sottosegretaria italiana agli esteri Marina Sereni, invece di condannare la violenza dei governanti cileni, non ha trovato di meglio da fare in questi giorni che dichiarare la piena solidarietà dell’Italia alle istituzioni del Cile. Come a dire: «Piñera stai Sereni».