Ieri mattina alle 11 l’ufficiale giudiziario ha bussato agli studi romani di Sky Italia a piazza Montecitorio. La multinazionale televisiva non ha ottemperato al pagamento degli importi dovuti a 4 lavoratori licenziati illegittimamente e reintegrati dal tribunale del lavoro di Roma. E così è arrivato il pignoramento: 4 telecamere che presto saranno sotto la tutela di un curatore nominato dal giudice che potrà disporne come garanzia del mancato pagamento di circa 300mila euro di arretrati.
«Allo scadere dei dieci giorni previsti dalla legge (in verità ne sono passati già 14) è infatti previsto il pignoramento corrispondente agli importi riconosciuti dal giudice», spiega in una nota il sindacato Usb mass media. «Il tribunale di Roma ha già emesso tre sentenze in favore di 11 lavoratori licenziati da Sky per non aver firmato il “mutamento volontario di sede”, seguito alla decisione di chiudere la sede di Roma e trasferire la quasi totalità della struttura a Milano».
«La sede di Roma è pacificamente rimasta aperta – spiega l’avvocato Pierluigi Panici – . La redazione conta 34 giornalisti e decine di tecnici», in un caso che ricorda la vicenda Almaviva. «I lavoratori romani sono stati vittima di un regionalismo differenziato visto che riconosceva punteggio solo a quelli di Milano. La sentenza ribadisce il valore dell’articolo 18 pre Jobs act», chiude Panici.