«La vittoria è il frutto di un enorme lavoro da parte di tutta coalizione». Francesco Pigliaru, nellla prima conferenza stampa da presidente rivendica il suo programma e riconosce il contributo dell’ala sinistra che l’ha sostenuto: «Alla base di questa vittoria c’è la nostra proposta di governo, con idee concrete per risolvere i problemi della Sardegna, soprattutto in tre campi: lavoro, istruzione e ambiente. Mentre dall’altra parte ci sono state solo promesse irrealizzabili, come la zona franca integrale. Per questo sapevo da molto tempo che avremmo vinto: i sardi hanno bisogno di speranza dopo cinque anni disastrosi di governo del centrodestra». E l’astensione al 48 per cento? «È il risultato della politica disastrosa di questi ultimi cinque anni, con noi le persone ritroveranno fiducia, perché noi garantiamo onestà e competenza».

Molto rammaricata invece Michela Murgia, fuori di un soffio: «Ci hanno scelto 70 mila sardi: se non siamo in consiglio regionale è per colpa di una legge antidemocratica e liberticida votata da centrosinistra e centrodestra. Ma un risultato del genere, da zero al 10 per cento, si è registrato solo ai tempi del vecchio Partito sardo d’azione. La metà dei sardi – aggiunge Murgia – ha manifestato indifferenza con un grido muto contro la devastazione del territorio. Noi ci siamo proposti per la bonifica. Non sarà certo chi ha causato questi disastri a riparare tutto. L’astensionismo? Senza di noi sarebbe stato maggiore». «Al di la della delusione – dice la scrittrice – vedo volti di speranza che non si meritano la nostra delusione. Oggi si finisce, ma comincia la nostra politica quotidiana. Siamo pronti per le prossime amministrative».