«State crescendo in un Paese dove vi dicono che le cose non possono cambiare e invece una dimostrazione che il cambiamento è possibile viene anche dal fatto che a Palermo ora ci sono 1000 negozianti che non pagano il pizzo alla mafia come non lo abbiamo pagato noi per girare la fiction». Lo dice Pif ai giovani spettatori delle scuole di Roma invitati alla proiezione dei primi due episodi della seconda stagione di La mafia uccide solo d’estate, che dal 26 aprile torna per sei prime serate su Rai1. Legata al film diretto da Pif – che ne cura il soggetto ma non la sceneggiatura affidata a Michele Astori, Stefano Bises, Michele Pellegrini, la serie mette al centro i veri fatti di cronaca con un tono sarcastico e a tratti surreale, sottolineato dalla voce fuori campo dello stesso Pif. «La mafia come mito smitizzato – sottolinea ancora Pif – è un trionfo. Stiamo facendo antimafia, più ragazzi ci saranno a guardare questa serie più saranno una speranza per il futuro».

Ma esiste il rischio di edulcorare la realtà utilizzando un tono a tratti leggero?: «Affatto – sottolinea il direttore di Rai Fiction Tinni Andreatta – la serie non fa epos sulla mafia ma la irride, anche mostrandone la pochezza umana, senza dimenticare la violenza». La storia riprende nella seconda stagione dal 1979, quando il piccolo Salvatore (Eduardo Buscetta) e la sua famiglia, il padre Lorenzo (Claudio Gioè), la madre Pia (Anna Foglietta), decidono di non fuggire – dopo la testimonianza resa da Lorenzo sull’omicidio di Boris Giuliano – ma di restare in Sicilia dove tenteranno di vivere una vita normale. Scelta difficile a cui ogni giorno diventa sempre più complicato tener fede.

Fiction e realtà si incontrano, con le immagini d’archivio del discorso tenuto davanti a Sandro Pertini da Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia, ucciso da Cosa Nostra nel 1980. «Questa serie – aggiunge Pif – è quell’esame di coscienza che non ci siamo mai fatti. La famiglia Giammarresi siamo noi, non solo palermitani, noi italiani con i tutti i nostri difetti, compromessi, contraddizioni».