Marano Lagunare – Santuario di Castel del Monte. Mentre il gruppo traccheggiava lungo il Tagliamento, in cerca delle montagne, c’è stato tutto il tempo di attraversare il ponte, in compagnia di Paolo Desogus, per passare da Casarsa a trovare Pier Paolo Pasolini. «Le madri sull’aia chiacchieravano alle soglie / e il fantasma del zio Dino veniva a cantare / sulla Callaia e sulla Capitagna. / Ma noi giovani si andava fino in piazza, / e gufati sui scalini della Chiesa, / sotto i cartelloni del cinema / si discorreva del Giro d’Italia alzando / le voci nella notte piena di nascenza». Sarà la connessione del poeta con il sentimento popolare, sarà l’antica frequentazione del Processo alla Tappa ai tempi di Zavoli, ma nei versi di Pasolini c’è tutta la verità che i troppi smemorati in gruppo sembrano aver lasciato per strada: che l’essenza del ciclismo e dei suoi campioni non sta tanto nel vincere, quanto nel far parlare di sé la gente nelle piazze del paese, quando è maggio e non si andrebbe mai a dormire.

Di questa giornata friulana ne parleranno però in pochi. E dispiace per Bowman, che su un percorso molto simile a quello di Potenza coglie il secondo successo in questa corsa rosa, bissando appunto l’impresa lucana. Ma dietro si è visto davvero troppo poco: un atteggiamento dei campioni al limite, in certe fasi della corsa, dell’antisportivo, che avrebbe forse richiesto un richiamo da parte dell’organizzazione. Per rispetto, se non altro, della gente a bordo strada, ancora una volta veramente tanta. Parte all’inizio il solito gruppetto, il gruppo letteralmente fermo a far lievitare il vantaggio degli evasi. Un primo accenno di rincorsa, sconfinati in Slovenia e in procinto di scalare il temuto Kolovrat, si ha tra gli uomini di Hindley.

Ma c’è più foga in chi, sotto il pergolato di una osmiza, si rimpinza di prosciutto, formaggio, uova sode e vino bianco asprigno della Carnia. E ci sono più linci in questi boschi che tra i corridori, se è vero che poi, sull’ultima ascesa di giornata, proprio Hindley rimane a secco di gregari. Si assiste così alla scena ormai più consunta che consueta. La triade (Carapaz, Hindley a Landa) stacca per inerzia il resto del gruppo, ma senza mai la convinzione o la forza necessarie per creare distacchi. Tutto rimandato dunque, per lo spettacolo, ancora una volta. Oggi la Marmolada è l’ultima chiamata.

Più avanti, nel frattempo, forti dell’ennesimo via libera, i battistrada affrontavano le ultime rampe quasi in surplace. Approfittando della tortuosità del percorso, Bowman prende in testa la volata, e complice anche un dritto di Schmid che coinvolge Valter, Tonelli e Vendrame, trionfa a braccia alzate sul traguardo.