«Il governo non ci ha regalato niente e bisognerebbe smetterla di parlare di “Salva Piemonte”». Lo sostiene Marco Grimaldi, capogruppo di Sel in Regione che, nel non facile tentativo di spostare la giunta Chiamparino a sinistra, ritiene che, per evitare nuovi tagli, sia possibile non toccare l’Irpef ma rimodulare l’Irap (imposta regionale sulle attività produttive). «Non si esce dalla crisi chiedendo il permesso a banche, assicurazioni, autostrade, trafori, gioco d’azzardo. Si potrebbe, per esempio, aumentare l’Irap dello 0,92% a chi, negli ultimi 5 anni, ha portato le proprie sedi fiscali dal Piemonte all’estero; una pratica purtroppo diffusa, che sottrae risorse al fisco italiano e distorce la concorrenza nei mercati, modificando ingiustamente la pressione fiscale tra contribuenti».

Il Lingotto, ad esempio, ha spostato la sede legale in Olanda e quella fiscale nel Regno Unito. «E si può invece – continua Grimaldi – diminuire la tassa a chi si insedia in siti produttivi dismessi. Vogliamo che la Regione si ponga davvero in un’ottica di redistribuzione e sostegno dei cittadini. Dal 1 gennaio più di 30mila piemontesi resteranno privi di tutele».

Per effetto del decreto legge «Salva Regioni», il disavanzo sostanziale del Piemonte accertato dalla Corte dei Conti da 5 miliardi e 800 milioni si riduce a un miliardo e 260 milioni, da coprire in 7 anni: quasi 181 milioni l’anno. Cifre difficilmente sostenibili. Rimangono, poi, 1,6 miliardi di residui attivi da cancellare. «Ecco perché – denuncia Grimaldi – se lo Stato non interverrà con una manovra per ridurre i tagli previsti alle Regioni e rinegoziare i debiti con il ministero dell’Economia, la Cassa depositi prestiti e gli istituti di credito privati, la Regione potrebbe essere costretta a contrarre ulteriormente le risorse per le politiche regionali».

Secondo Sel «non è pensabile innalzare ulteriormente l’Irpef per i cittadini ma è possibile rimodulare l’Irap (che attualmente produce un gettito di più di 2 miliardi), abbiamo così analizzato le maggiorazioni già applicate da altre Regioni e formulato delle proposte specifiche». Illustrate al presidente Chiamparino e al vicepresidente Reschigna sono state tradotte in quattro mozioni: «Misure di armonizzazione e razionalizzazione di norme in materia di tributi regionali».

Le proposte non riguardano aumenti indiscriminati dell’aliquota ordinaria, che per la gran parte delle imprese è del 3,90%. «Nella prima mozione – spiega Grimaldi – chiediamo di inserire nella Legge finanziaria 2016 un alzare l’Irap per banche e assicurazioni rispettivamente a 5,72 e 6,97, che porterebbe un extra gettito di oltre 6 milioni di euro. Con la seconda, un aumento dell’aliquota Irap per autostrade e trafori al 4,40% per un extra gettito di 1 milione e 380 mila euro. Infine, per quanto riguarda gli esercizi che ospitano apparecchi da gioco (solo a Torino 1.590 locali, 6mila in Piemonte) la nostra mozione chiede di rendere subito effettive le prime disposizioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto di forme di dipendenza dal gioco d’azzardo aumentando dello 0,92% le aliquote per gli esercizi nei quali risultino installati apparecchi da gioco».

Queste proposte faranno breccia nel resto del centrosinistra o oltre?