Test rapidi ai valichi di confine con la Francia «dove i contagi sono altissimi». È la decisione della Regione Piemonte che con la Protezione civile allestirà «punti di accesso» per garantire, come ha precisato il presidente Alberto Cirio, il «presidio massimo e assoluto» del territorio. La situazione in Piemonte è delicata, ieri i nuovi contagiati hanno superato quota mille (terza regione in Italia dopo Lombardia e Campania), seppur venga precisato che il dato comprende anche dei casi che mercoledì non erano stati registrati a causa di un «rallentamento della piattaforma operativa».

Una delle questioni che più preoccupa è la capacità di effettuare tamponi, che da ieri sono in rapido aumento ma che fino ai dati di mercoledì erano la metà della Toscana, un terzo dell’Emilia Romagna e un quarto del Veneto. Per Giovanni Di Perri, direttore della struttura malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia a Torino e componente della task force regionale anti Coronavirus, alla base ci sarebbe stato un problema di forniture: «Dai nuovi centri di Novara e di La Loggia ci si aspettano almeno mille test al giorno. Ma in questo momento non riescono a effettuarli. Sembra che la ditta fornitrice sia un po’ in ritardo nella consegna di materiali e, in particolare, di un oggetto tecnico che serve per l’operazione. Mi auguro che in pochi giorni il problema possa essere superato perché oggi come oggi il Piemonte deve raddoppiare il numero dei tamponi. Ieri (mercoledì, ndr) ne ha fatti seimila, devono, invece, essere dodicimila».

Il deficit di tamponi processati anima la polemica politica. Le opposizioni vanno all’attacco della maggioranza. «Cirio, basta spot, se non siete in grado di cambiare, scansatevi», dice Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Verdi Uguali in Consiglio. «I numeri di questi giorni – sostengono Domenico Rossi e Daniele Valle del Pd – certificano che il sistema è in difficoltà e che occorre riaprire l’Unità di crisi 24 ore su 24. Gli ospedali necessitano di coordinamento continuo sulla gestione della pandemia e dei ricoveri: tra poche settimane, se il trend non si arresta, saremo in crisi».

Critico anche il M5s: «Annunci trionfali, selfie e pollici alzati. La seconda ondata è in corso e il Piemonte – dichiarano Sean Sacco e Francesca Frediani – continua a essere fanalino di coda per quanto riguarda i tamponi: la Giunta regionale e l’assessore Icardi (non pervenuto da giorni né in Consiglio regionale e nemmeno in Commissione sanità) devono dare risposte chiare».