Ieri è cominciata la discussione nel consiglio regionale del Piemonte per cancellare la legge 9 del 2016 con la quale si era limitato il gioco d’azzardo. Già lo scorso anno il centro destra che governa la regione dal 2019 aveva provato ad incardinare, in commissione, le proposte di modifica di quella che viene riconosciuta come la normativa più avanzata d’Italia «per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico».

Il cuore del provvedimento è il divieto del gioco d’azzardo a meno di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, impianti sportivi, chiese, ospedali, banche, stazioni ferroviarie. La norma prevede anche che i comuni possano imporre, con ordinanze locali, la riduzione degli orari di apertura. Queste regole per le slot machine sono già in vigore da 5 anni in tutto il territorio piemontese. Dal 21 maggio prossimo il distanziamento dai luoghi sensibili varrà anche per le sale scommesse. Proprio l’entrata a regime di questo ultimo tassello della legge del 2016 è all’origine della proposta di abrogazione da parte del consigliere leghista Claudio Leone.

I tempi stringono e il centro destra subalpino vuole incassare il favore dei gestori delle sale nonostante le «numerose ricerche scientifiche, portate avanti da istituti come il Cnr e l’Ires, abbiano dimostrato l’efficacia dell’applicazione della legge» come hanno dichiarato in una nota l’ordine dei medici e degli psicologi del Piemonte, contrari all’abrogazione.

Nel primo triennio 2017-2019, infatti, il numero di persone che si sono ammalate di gioco d’azzardo patologico in Piemonte è calato del 20 per cento. Contro il blitz che sta tentando il centro destra subalpino ieri si è radunato, in Piazza Castello a Torino, un ampio fronte di associazioni (Libera, Acli, Arci, Cgil, Gruppo Abele, Sermig, focolari, Legambiente, federconsumatori) e di sindaci in difesa della legge. Un presidio che ha preparato la vera e propria battaglia tra maggioranza e opposizione andata in scena nel consiglio regionale per tutta la giornata di ieri e che continuerà oggi sulle pregiudiziali di ammissibilità.

Dalla prossima settimana il centro destra è però determinato ad affrontare i 50.000 emendamenti presentanti dalle opposizioni, anche con sedute notturne, per arrivare entro maggio all’abrogazione della legge.

«È veramente assurdo che la Giunta Cirio blocchi l’intero consiglio regionale nel pieno di una pandemia» ha dichiarato Paolo Furia, segretario regionale del Pd.

«Siamo in presenza di ‘negazionisti del gioco d’azzardo’» ha affermato il capogruppo della sinistra, Marco Grimaldi, autore di 25.000 emendamenti a una proposta che secondo il consigliere «riporterebbe le slot in ogni angolo delle nostre città, un danno enorme che si sommerebbe a quelli prodotti dalla pandemia, noi ci opporremo con tutta la nostra forza». Non è però così scontato che, di fronte alla battaglia ostruzionistica delle opposizioni, il centro destra riesca a mantenere la compattezza dimostrata fino ad ora.