Chi ha una buona idea poi si sente in dovere di spiegarla, specialmente se ricopre un ruolo pubblico. Peccato: dire sciocchezze non è una tragedia, ma è spiacevole sottolinearle con una certa presunzione. Prendiamo l’assessora al benessere, qualità della vita, sport e tempo libero, risorse umane, tutela degli animali e verde, Chiara Bisconti. Dopo l’Expo, ha pensato la rappresentante della giunta Pisapia, si potrebbe collocare l’Albero della Vita in piazzale Loreto. La struttura è il simbolo dell’Expo. Piazzale Loreto, invece, è una schifezza.

Che male c’è allora? Niente, se non fosse che Bisconti, a pochi giorni dal 25 aprile, ha voluto passare alla storia. L’albero, ha spiegato, tornerebbe utile “per cancellare un momento storico controverso con un inno alla vita”. La controversia non appassiona i milanesi, e meno male. Solo l’Anpi ha da ridire: l’albero offuscherebbe la memoria. Invece la esalterebbe, dicono i familiari dei partigiani fucilati dai fascisti nel ‘44. Il dibattito è aperto. La parola definitiva spetta a Sergio Fogagnolo, figlio di un martire di piazzale Loreto. “Voglio chiarire che questo non è un luogo controverso, qui è iniziata la democrazia ed è una chiarezza storica”. Garbatamente, per il benessere di tutti quanti.