Ieri pomeriggio erano 17.257.664 gli italiani ad aver ricevuto almeno una dose di vaccino, pari all’86,8% della fornitura (19.880.040). Nel dettaglio, 13.422.240 di Pfizer, 1.727.200 Moderna, 4.550.800 Astrazeneca e 179.800 del monodose Johnson&Johnson. In base ai dati del Centro europeo per il controllo delle malattie, aggiornati a venerdì, l’Italia ha immunizzato con almeno una dose il 22,7% della popolazione, sono più avanti Spagna (25,3%), Francia (23,8%) e Germania (23,7%).

IL REPORT settimanale dell’Istituto superiore di Sanità spiega che, al 23 aprile, circa l’82% degli over 80 ha ricevuto almeno la prima iniezione e più della metà (53,82%) ha completato il ciclo vaccinale. Sugli ultimi gradini Sicilia (57,48%), Calabria (58,39%) e Abruzzo (68,14%). Circa il 45% delle persone tra 70 e 79 anni ha ricevuto almeno una dose. Basilicata, Calabria e Abruzzo oscillano tra il 23 e il 34%. Nella settimana tra il 16 e il 22 aprile la media giornaliera delle dosi somministrate è stata di oltre 335mila (con il record a 384mila). Tra martedì prossimo e il 5 maggio sono attesi oltre 5 milioni di dosi. Dall’Ue, poi, arriva la rassicurazione sulle forniture per il futuro. La Commissione prevede di concludere un nuovo accordo a breve per 1,8 miliardi di dosi Pfizer attese tra il 202 e il 2023, necessarie per chiudere il primo ciclo ma anche prevedere la terza dose anti varianti.

IL COMMISSARIO straordinario Figliuolo ha fissato per fine aprile l’obiettivo di 500mila dosi al giorno inoculate: la previsione è 504.484 il 29 aprile. Un target che si è progressivamente spostato in avanti, l’ultima data fissata, prima di ieri, era stata il 20 aprile. C’è stato un problema di approvvigionamenti, con le regioni che sono spesso rimaste a corto di sieri, ma anche una distribuzione non sempre chiara. Ad esempio si è scelto di non rispettare il criterio «una testa, un vaccino», che è quello usato dall’Ue per distribuire le quote all’Italia. Così, ad esempio, la Campania per i primi tre mesi ha avuto una fornitura tagliata di circa 210mila unità. Figliuolo in settimana aveva assicurato che le nuove quote sarebbero arrivate in base alla popolazione. E invece no.

In base ai nuovi target crescenti, indicati dal commissario per superare quota 500mila, l’Abruzzo dovrà arrivare a vaccinare il 29 aprile 11mila cittadini, la Basilicata 3.600, la Calabria 12.384, il Friuli Venezia Giulia 10mila, il Lazio 50mila, la Liguria 13mila, la Lombardia 99mila, le Marche 12mila, il Molise 2.600, la provincia di Bolzano 5.350, la provincia di Trento 4.500, il Piemonte 40mila, la Puglia 29.500, la Sardegna 12.150, la Sicilia 28mila, la Toscana 38mila, l’Umbria 8.500, la Valle d’Aosta 900 e il Veneto 40mila

LA CAMPANIA e l’Emilia Romagna 42mila (con le quantità che si allineano dal 26 aprile fino al 29) ma la Campania ha una popolazione di 5.679.759 abitanti e l’Emilia Romagna di 4.474.292: il risultato sarà che una percentuale maggiore di popolazione sarà immunizzata rispetto ai campani, proseguendo quindi con lo sbilanciamento a sfavore di questi ultimi. Eppure non si può utilizzare il pregiudizio anti meridionale poiché il precedente target assegnato alla Campani, 29.500 dosi al giorno, è stato superato dai fatti: 32.500 inoculate. Da domani tornano le zone gialle in quasi tutta Italia. Solo la Sardegna è in rosso mentre Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta restano in arancione. Scattano le riaperture (con i bar che lamentano di non poter servire al bancone neppure in area gialla).

I DATI DEI CONTAGI consigliano ancora prudenza. Ieri sono stati 13.817 i nuovi casi su 320.780 test. I decessi sono stati 322 per un totale di 119.021. Il tasso di positività è sceso al 4,3%. I ricoverati con sintomi sono 20.971 (meno 469 unità), i pazienti in terapia intensiva 2.894, meno 85. In isolamento domiciliare 437.583 persone. La regione con il maggior numero di nuovi casi resta la Lombardia (2.313) a seguire Campania (2.012), Lazio (1.266), Puglia (1.255) e Sicilia (1.095).