Quattro pagine con 24 domande di fuoco firmate dal vice-cancelliere Spd, Olaf Scholz: un vero e proprio processo al ministro della Sanità, Jens Spahn, e alla cancelliera Angela Merkel.

Denunciano senza mezzi termini il clamoroso «fallimento» dei democristiani nella gestione della vaccinazione di massa contro il Covid-19, e rischiano di fare implodere la GroKo ben prima delle elezioni federali fissate per il prossimo 26 settembre. «È come una commissione di inchiesta» riassumono nella Cdu, assediata tra le file del governo quanto dai banchi dell’opposizione che pure spara ad alzo zero sulla serie di ritardi e inefficienze dell’ex “modello tedesco”.

Dopo il summit tra Merkel e i governatori dei Land – che ha ratificato il prolungamento del lockdown fino al 31 gennaio confermando la chiusura prolungata delle scuole e ipotizzando forti limiti al movimento dei cittadini nel caso l’indice di contagio vada fuori controllo – si profila la crisi di governo speculare a quella italiana, anche se Merkel non rischia davvero di cadere dalla poltrona. In pratica, il candidato alla cancelleria Scholz «attacca frontalmente» (così la Bild) il ministro Cdu che i rumors a Berlino quotano sempre più tra i probabili sfidanti nell’imminente campagna elettorale.

Ma Scholz non è affatto isolato e politicamente ha le spalle ben coperte. Dietro alla raffica di critiche si stagliano i profili dei presidenti dei Land a guida socialdemocratica, furiosi per la clamorosa catena di errori nel piano vaccinazione che, in teoria, avrebbe dovuto essere pronto da almeno due mesi. Invece, mancano le dosi del farmaco di BioNTech e nelle Rsa gli anziani continuano a infettarsi peggio della prima ondata, mentre il vice-cancelliere Scholz pretende chiarimenti da Merkel sui dettagli dell’accordo europeo sui vaccini sottoscritto dalla sua ex delfina Ursula von der Leyen.

«Perché la Commissione Ue ha ordinato così poche dosi? Come mai a Bruxelles hanno rifiutato gli stock-extra proposti da BioNTech e Moderna? Per quale motivo non sono state comprate le dosi necessarie alla Germania al di fuori dall’accordo Ue?». Sono le prime tre domande di Scholz a Spahn, cui segue la richiesta di conoscere il motivo della «mancata pressione sulla Commissione per ottenere più vaccini» e se ci sono state «trattative bilaterali con BioNTech e Moderna».

Ma il più minaccioso per la cancelliera e il ministro della Sanità è Forian Post, esperto di Diritto della Spd, pronto a chiedere ben due indagini sul fallimento Cdu: «Merkel e Spahn avevano promesso di proteggere la salute dei tedeschi, eppure entrambi hanno affidato l’approvvigionamento dei vaccini ai dilettanti che circondano la presidente della Commissione Ue, von der Leyen. Adesso per colpa loro l’ideale europeo è a rischio, mentre centinaia di migliaia di anziani e operatori sanitari in Germania restano in attesa del loro vaccino. Questo scandalo dovrà essere chiarito nelle commissioni d’inchiesta del Bundestag e dell’Europarlamento».