Avrebbe dichiarato il falso ai pm della procura di Bergamo che indagano sulla gestione della prima ondata dell’epidemia di Covid nella provincia lombarda, un anno fa. E, secondo quanto trascritto in una rogatoria internazionale, avrebbe fatto pressioni sui ricercatori della divisione europea dell’Oms affinché rimuovessero dal web parti dello studio con il quale si denunciava la mancanza di un adeguato piano pandemico in Italia. A finire nel registro degli indagati è il numero due dell’Oms Ranieri Guerra, ex direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute.

Ai pm bergamaschi guidati dal procuratore Antonio Chiappani e dall’aggiunto Cristina Rota non avrebbe raccontato tutta la verità sul mancato aggiornamento del piano pandemico italiano quando venne ascoltato come testimone lo scorso 5 novembre. C’è poi quello che scriveva Francesco Zambon, a capo del team di ricercatori che stilarono il rapporto sull’Italia intitolato «An unprecedented challenge – Italy’s first response to Covid-19»: «Ho ricevuto pressioni da parte del direttore aggiunto Guerra in relazione ad alcuni punti», avrebbe scritto il ricercatore in una mail che è stata riportata nella rogatoria trasmessa all’Oms dai pm un mese fa. Il pool di ricercatori, di stanza a Venezia, vennero definiti da Guerra «gli scemi di Venezia» in un messaggio inviato il 14 maggio al presidente dell’Iss Silvio Brusaferro (non indagato).

Zambon il 28 maggio 2020 chiese al direttore per l’Europa Tedros un «incontro urgente» in «relazione a gravi episodi che stanno esponendo l’Oms ad un alto rischio». In ogni caso, il report è stato rimosso dal sito web dell’Oms e non più ripubblicato. «Stanno mettendo a rischio una discussione molto seria che è stata impostata anche in prospettiva del G20 – avrebbe detto Guerra sempre a Brusaferro – e di una relazione speciale tra Tedros e l’Italia. Se fossi il ministro ci manderei tutti all’inferno».