Sulla campagna per le elezioni regionali di domenica prossima in Sardegna si staglia il fantasma minaccioso del Piano paesaggistico dei sardi (Pps) di Ugo Cappellacci. Il governatore uscente ha pronto un progetto che modifica sino a snaturarlo il Piano paesaggistico regionale (Ppr) approvato nel 2006 dalla giunta Soru. E vorrebbe farlo approvare dalla sua giunta prima di domenica. Un colpo di mano che serve a Cappellacci per tenere caldo uno dei due cardini sui quali ha appoggiato la strategia per la rielezione: lo smantellamento dei vincoli previsti dal Ppr, con il conseguente via libera alla ripresa della speculazione edilizia sulle coste. L’altro cardine è la zona franca. Cappellacci vorrebbe che tutta la Sardegna diventasse una free zone fiscale. Da un lato, quindi, più cemento, dall’altro meno tasse.

Sul tema ambiente lo scontro è aspro e ieri è arrivato sugli schermi televisivi durante il programma Mattino 5, del quale erano ospiti, con Cappellacci, Francesco Pigliaru, il candidato del centrosinistra, e Michela Murgia, alla guida della coalizione Sardegna possibile. Pigliaru ha difeso l’operato della giunta Soru, nella quale è stato assessore al bilancio e alla programmazione dal 2006 al 2006. «Negli anni tra il 2004 e il 2009 – ha detto Pigliaru – il centrosinistra ha fatto un lavoro straordinario per il territorio. Il Ppr è stato la salvezza del paesaggio, che è un bene fondamentale per il nostro sviluppo turistico». Dopo l’annuncio di Cappellacci, durante il confronto di lunedì scorso in Confindustria a Cagliari, di voler commissariare il servizio di valutazione ambientale della Regione Sardegna che non ha ancora espresso il parere sul Pps previsto dalle procedure amministrative, Pigliaru ha attaccato frontalmente il governatore uscente: «Non è contento di aver commissariato tutto: i consorzi di bonifica, le agenzie, le province, le Asl, dicendo che avrebbe fatto le riforme; ora addirittura vuole commissariare dirigenti e funzionari che rispettano appieno le procedure previste dalla legge e giustamente non rispondono ai suoi ordini. Non si sogni di creare questo caos istituzionale per la sua propaganda; se deve fare campagna elettorale appenda manifesti, ma non usi le istituzioni e non si permetta di stravolgere il diritto dentro le istituzioni».

Davanti alle telecamere, incalzati su trasporti e tutela del paesaggio i tre candidati non hanno risparmiato reciproche frecciate. Sui trasporti Cappellacci ha nuovamente attaccato Murgia, ripetendo l’accusa secondo cui la candidata di Sardegna possibile avrebbe «l’appoggio di armatori privati», mentre la scrittrice ha ripetuto che «di queste affermazioni il presidente risponderà davanti ai tribunali». Pigliaru ha invece attaccato Cappellacci, che con i soldi pubblici ha creato una compagnia di navigazione della Regione Sardegna, sulla privatizzazione della Tirrenia, affermando che «la Regione non è stata presente al tavolo nazionale al quale si decideva la partita», di fatto lasciando via libera agli armatori privati. Sul fronte della tutela del paesaggio e del rischio idrogeologico Murgia ha puntato il dito sia contro il centrodestra sia contro il centrosinistra «che difendono gli stessi interessi immobiliari», ricordando che «la Giunta Soru è caduta sul tema urbanistico». In difesa del Ppr si è schierato il segretario regionale del Pd, Silvio Lai: «Approvare la revisione del Piano paesaggistico, per di più con un atto di forza nei confronti dei funzionari regionali, è da irresponsabili. Cappellacci gioca cinicamente la sua partita elettorale, sparando cartucce a salve e sapendo bene che sta approvando un atto senza alcuna efficacia». «L’unico effetto che sortirà – ha aggiunto Lai – sarà quello di creare confusione per chi lavora negli uffici tecnici comunali, dove non sapranno se attenersi al Ppr in vigore o a quello di Cappellacci, che nasce in pieno contrasto con il ministero dei beni culturali e che serve solo per far dire al presidente uscente che almeno una cosa di quanto promesso cinque anni fa in campagna elettorale è stata fatta».