L’Unione degli inquilini si è mobilitata ieri contro il decreto Lupi sulla casa. Al centro della protesta l’articolo tre del provvedimento che stabilisce l’«alienazione del patrimonio residenziale». A Roma la protesta si è svolta nei quartieri di Primavalle, Tiburtina, Tor Bella Monaca, Spinaceto e a presso Piazza Olimpia a Monteverde dove, sotto una fitta pioggia, i manifestanti hanno esposto lo striscione «Le case popolari non si vendono». «È un progetto folle – sostiene Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione Inquilini – che accelera la dismissione del patrimonio abitativo pubblico introducendo la regola della vendita all’asta degli alloggi, partendo dal prezzo di mercato. L’unica garanzia reale che viene lasciata agli assegnatari è un effimero diritto di prelazione sulla base del prezzo di aggiudicazione. Una atroce beffa per il milione di famiglie che attualmente vivono nell’edilizia popolare pubblica: oltre il 90% di queste famiglie non potrebbe mai affrontare né le aste pubbliche, né tantomeno potrebbe esercitare una qualsiasi prelazione su futuri prezzi di aggiudicazione». La richiesta dell’Unione Inquilini è ritirare il provvedimento perchè gli alloggi messi all’asta non «possono essere comprati da chi vi abita». Le operazioni rischiano di essere anche poco trasparenti «visto il grado di penetrazione dei poteri criminali». Il governo sta «gettando benzina sul fuoco» nella vita di chi «abita oggi il baratro della precarietà abitativa e di un futuro sfratto». Nel patrimonio residenziale pubblico gestito dai soli Iacp abitano poco meno di 2 milioni di persone, tra le quali ci sono 145 mila disabili; 413 mila anziani ultrasessantacinquenni; 142 mila immigrati extracomunitari; il 34% delle famiglie ha redditi al di sotto di 10 mila euro l’anno. Il decreto mette in grandi difficoltà gli enti locali. Il consiglio regionale della Campania ha approvato una mozione che bloccherebbe la vendita all’asta e impegna la giunta Caldoro a chiedere la modifica del decreto attuativo. Nel decreto liberticida adottato dal governo Renzi viene stabilito all’articolo 5 il taglio delle utenze degli immobili occupati in tutto il paese. Il 1 e 2 novembre si è svolta a Roma l’assemblea nazionale della rete «Abitare nella crisi» che ha ribadito l’impegno a contrastare questa guerra contro i poveri.