Alla vigilia della due giorni messa in cantiere da Fridays for Future e Collettivo di Fabbrica ex Gkn – questa mattina manifestazioni per la giustizia climatica in molte città italiane, e domani corteo nazionale in partenza alle 14.30 all’inizio del Parco delle Cascine a Firenze – c’è stato l’incontro al Mise per la presentazione delle linee guida del piano di reindustrializzazione dello stabilimento di Campi Bisenzio. E sono emerse alcune novità, accompagnate da un paio di misteri.

“Il piano realizzato in collaborazione con il Consorzio Iris – spiega la Fiom Cgil al termine dell’incontro – prevede investimenti per 82 milioni di euro, puntando allo sviluppo di azionamenti elettrici integrati e iperdigitali, in un sistema integrato per la realizzazione di automazione industriale, e-drives, robotica e logistica. In una fase successiva sarà avviata l’elettrificazione di sistemi di trasporto legati anche al settore dell’energia. Oltre ai motori elettrici sarà sviluppato il power converter”.

Dunque il piano industriale, definito “E-Drive Gen. 5.0”, sembra orientarsi a produzioni nel settore della mobilità elettrica, della propulsione elettrica e delle energie rinnovabili. Il tutto all’interno delle linee strategiche del Pnrr. Ma resta il mistero su chi siano i partner industriali che dovrebbero entrare nell’azionariato della QF, nuovo nome della fabbrica dopo il passaggio – senza corrispettivi economici – dalla multinazionale dell’automotive all’ex advisor Francesco Borgomeo.

“Quello dei partner industriali è un dettaglio tutt’altro che irrilevante per il futuro del sito e dei posti di lavoro – segnala non a caso la Uilm – e se noi non abbiamo mai preteso di scegliere l’imprenditore, abbiamo però il diritto/dovere di conoscere il nome o i nomi dei futuri acquirenti, nell’interesse dei lavoratori e di tutta la comunità”. Sulla stessa linea la Fiom, che sta seguendo la vertenza con il segretario nazionale Michele De Palma, quello generale fiorentino Daniele Calosi, e Silvia Spera della Cgil: “E’ indispensabile che sia chiarita in tempi brevi l’identità degli investitori in QF – avvertono – infatti la negoziazione per gli strumenti che accompagneranno il processo di transizione deve avvenire insieme agli investitori, ovvero con chi ha la reale responsabilità del futuro piano industriale”.

Il secondo mistero è appunto relativo alla cassa integrazione per transizione, che dovrebbe accompagnare le fasi della reindustrializzazione, per i circa 350 addetti diretti rimasti in forza allo stabilimento campigiano: “Nell’accordo quadro abbiamo individuato due strumenti come la cig ordinaria e la cig per transizione – ricorda sul punto la Fiom – ma per poter fare l’accordo sulla transizione è fondamentale il merito del piano”. Intanto la cig ordinaria è scaduta il 20 marzo scorso, come hanno ricordato i portavoce del Collettivo di Fabbrica, Matteo Moretti e Dario Salvetti, presentando le manifestazioni di oggi dei Fridays for Future e quella di domani “Insorgiamo” a Firenze.

Nelle linee guida del piano presentate al Mise, secondo Vincenzo Renda della Uilm, è previsto il ritorno al lavoro quest’anno di 120 operai, “che saliranno di 40 unità, frutto di assunzioni esterne, nel 2023”. E gli altri? “Le lavoratrici e i lavoratori ex Gkn saranno reintegrati progressivamente fino all’inizio del 2024 – sembra tranquillizzare la Fiom – e a consuntivo il numero degli occupati sarebbe superiore all’attuale”.

Ma dato che sarà possibile arrivare a produrre a regime solo nel primo trimestre del 2024, dai sindacati metalmeccanici arriva una richiesta precisa: “Vanno anticipati gli investimenti sulla parte della produzione, in modo da arrivare a regime più rapidamente, a fronte di un mercato di riferimento già esistente. E la formazione dovrà servire a valorizzare le competenze presenti nell’ex Gkn, per un rientro al lavoro in tempi più rapidi e certi”.

Comunque sia, e in attesa di svelare i due non piccoli misteri che pesano sulla reindustrializzazione, il piano industriale sarà discusso entro pochi giorni nell’ambito del “Comitato di Proposta e Sorveglianza”, a cui partecipa anche la Rsu ex Gkn, come previsto dall’accordo quadro firmato al Mise il 19 gennaio scorso.