Un altro commissario straordinario (nominato per fronteggiare una delle tante emergenze italiane) finisce in un’inchiesta giudiziaria. Questa volta non si tratta di ricostruzione post-terremoto a L’Aquila ma del Piano di edilizia carceraria. Quello che già nel novembre 2008 veniva presentato dall’allora Guardasigilli Angelino Alfano come la soluzione di tutti i mali, da realizzare «in 30 mesi». Ieri invece a finire nel mirino della Procura di Roma è stato il commissario straordinario per il piano carceri Angelo Sinesio, indagato per falso e abuso d’ufficio, la cui abitazione è stata perquisita dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza inviati dai pm Paolo Ielo e Mario Palazzi nell’ambito di un’inchiesta per corruzione legata ad appalti per i lavori di ristrutturazione in alcuni istituti di pena. Nove le persone indagate e perquisiti perfino anche gli uffici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap). Le indagini, scaturite da un esposto-denuncia dello stesso Guardasigilli Andrea Orlando (già da un mese, riferiscono fonti ministeriali, erano in corso verifiche da parte dell’ufficio ispettivo di Via Arenula) e da un dettagliato dossier di 60 pagine affidato ai pm romani e redatto da Alfonso Sabella, già magistrato antimafia a Palermo e funzionario al ministero della Giustizia, si concentrerebbero in particolare ad accertare eventuali illeciti nei lavori di rinnovazione effettuati negli istituti di Voghera, Lodi e Frosinone.
L’ex direttore generale della Direzione mezzi e servizi del Dap, Sabella, che il 21 novembre scorso contestò il piano carceri anche alla Camera, durante la presentazione di Sinesio, denunciando sprechi e anomalie, ha incentrato il suo dossier sui costi del Piano carceri che, secondo quanto ricostruito, sarebbero stati gonfiati includendo opere che erano invece progettate, realizzate e pagate dal Dap e dal ministero delle Infrastrutture. Inoltre, il criterio del prezzo più basso adottato per alcuni padiglioni mandati in gara avrebbe prodotto «ribassi palesemente fuori mercato: oltre il 48% in media con una punta di quasi il 54%». Dati e numeri che Sabella ha inviato anche ai vertici del Dap e trasmesso, oltre che alla magistratura ordinaria, anche a quella contabile e al ministero dell’Economia. Una denuncia dettagliata nata dopo l’audizione del prefetto Angelo Sinesio in commissione Giustizia alla Camera del 22 ottobre 2013. Il commissario straordinario sostenne allora che «il Piano carceri originario prevedeva anche completamenti di padiglioni già avviati dall’Amministrazione penitenziaria e ristrutturazioni di istituti – ricorda Sabella – In realtà il Piano carceri originario non prevedeva nulla di ciò ma i completamenti e le ristrutturazioni sono stati inseriti nel Piano, addirittura due anni dopo la dichiarazione dello stato di emergenza e ovvero il 31 gennaio 2012, dunque quando lo stesso Prefetto era, formalmente e sostanzialmente, il Commissario delegato». Si tratta però probabilmente, «di un involontario errore del Prefetto», precisa Sabella.

Nella prima estensione del Piano, ricostruisce il funzionario del ministero, «si prevedeva di realizzare, con 696,5 milioni di euro, 9.050 posti. Con un costo, per singolo nuovo posto, pari a 77 mila euro. Dopo la, sostanzialmente fittizia, intestazione al Commissario di altri 4.600 posti realizzati con risorse altrui, il costo di un singolo posto del Piano carceri veniva a scendere ad appena 40 mila euro e, ovvero, a quasi la metà». Insomma, un «miracolo», un’operazione di «matematica creativa», ragiona Sabella.
Così, nella denuncia, l’ex dirigente del Dap ipotizza possibili «danni per l’Erario, per il ministero della Giustizia e per l’intero sistema penitenziario» a causa dell’«attribuzione di incarichi a soggetti privati (che, in gran parte, potevano essere affidati a pubblici dipendenti a costo zero o a costi decisamente più contenuti) con procedure che possono anche apparire non perfettamente in linea con le relative disposizioni normative».

E per la «designazioni di autorità di gara e presidenti e componenti di alcune commissioni di gara che, a norma di legge e per giurisprudenza costante, potrebbero essere invalidate». Infatti il bando per selezionare il responsabile degli uffici amministrativo-finanziari della struttura commissariale presenterebbero diverse anomalie: secondo il report di Sabella, l’annuncio «è stato pubblicato non sulla Gazzetta ufficiale, bensì solo sul link…, di un link…, di un link…, nel sito del Piano. Per trovare il bando bisogna cliccare su “trasparenza”, poi “atti”, poi “decreti commissariali”, poi “decreti vari”, poi “avviso pubblico di selezione”». Solo un mago avrebbe potuto far domanda in sette giorni. Oppure, sostiene Sabella, «solo gli autori».