Ieri a Caserta il Consiglio dei ministri ha ratificato il piano d’azione per la Terra dei fuochi. Il premier Giuseppe Conte e i sette ministri coinvolti (Ambiente, Interno, Sviluppo economico, Difesa, Giustizia, Salute e il ministero per il Sud) hanno fatto precedere la firma in prefettura da un incontro con il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, e con Aurora, una bambina malata di cancro, in rappresentanza dei cittadini della zona: nei comuni dell’area si registra un eccesso di morti per cancro e «un’elevata prevalenza alla nascita di malformazioni congenite», come mostrano i dati dell’Istituto superiore di Sanità. Alla conferenza stampa non ha partecipato Matteo Salvini.

Non è stato questo l’unico inciampo: ha rischiato di saltare la firma del governatore Vincenzo De Luca salvo poi rientrare. «Nessun giallo – ha spiegato il premier Conte -, siamo pignoli, abbiamo riletto, fatto dei cambiamenti e poi sottoscritto il piano».

Nervi tesi quindi, per un tema su cui il governo, nazionale e regionale, si gioca la faccia. Il protocollo prevede un piano di contrasto ai roghi che si concentrano tra l’hinterland partenopeo e il Casertano, un fenomeno che riguarda sia i rifiuti sversati illegalmente (soprattutto scarti di fabbriche e imprese edili che lavorano in nero), sia i siti di stoccaggio gestiti dai privati o dalle società in house degli enti locali, dati alle fiamme in modo doloso.

Arriveranno 200 militari più la video-sorveglianza per presidiare i siti di lavorazione a rischio raid, individuati dal censimento effettuato dalle prefetture. Oltre 100 carabinieri esperti in investigazioni rafforzeranno l’azione di contrasto. Coinvolto l’Ispettorato del lavoro per controllare le fabbriche fuori legge.

L’Arpac monitorerà i livelli di inquinamento dell’aria, del terreno e delle produzioni agricole. I medici di base attraverso il progetto Epica invieranno i dati sui pazienti affetti da tumore per monitorare e geolocalizzare la popolazione che si ammala. Dal ministero per il Sud, 140 milioni per il censimento e la bonifica delle discariche e dei siti dove vengono abbandonati i rifiuti. Un progetto pilota, che dovrebbe poi essere applicato anche nelle altre regioni interessate dagli incendi dolosi, oltre 300 negli ultimi tre anni, da Nord a Sud. Dall’inizio del 2018 sono stati una ventina in Lombardia.

Conte a fine Cdm tira le somme: «Abbiamo un piano d’azione contro le discariche abusive e gli incendi dolosi, per tutelare la salute delle popolazione». E Costa spiega: «Gli ambiti operativi sono tre: la tutela sanitaria, ambientale e il presidio del territorio, con 26 azioni di prevenzione. Costruiremo un laboratorio di salvaguardia ambientale in Campania da esportare nel resto del Paese». I 5S hanno poi proseguito in serata per Caivano: Di Maio, Bonafede, Lezzi, Costa e in collegamento la ministra Grillo per l’incontro “Mai più Terra dei fuochi”. Critica Legambiente, che parla di «teatrino politico» e chiede più azioni di contrasto della criminalità.