Un altro flop (39.619 votanti, cioè un terzo rispetto all’incoronazione di Renzi) si aggiunge a quello in Emilia. A Nord Est, la sfida al governatore leghista Luca Zaia si profila tutta in salita per Alessandra Moretti, 41 anni, vicentina, europarlamentare, renziana dell’ultima ora.
Ha vinto con 25.920 preferenze pari al 66,4% e domenica sera alle 22.36 ha commentato così da twitter: «Grazie a tutti coloro che hanno scelto una nuova storia per il Veneto!». Simonetta Rubinato si è fermata a quota 11.448 (che vale il 29,3%), mentre il consigliere regionale dell’Idv Antonino Pipitone ne ha collezionate 1.665 pari al 4,2%.
Il quartier generale Pd fa quadrato a dispetto dei numeri: «Un grande esercizio di partecipazione. Nonostante i tantissimi gufi, abbiamo doppiato il numero rispetto ai tesserati» si esalta Roger De Menech, segretario regionale.

Ma proprio le urne delle primarie di coalizione virtuale restituiscono almeno due stridenti risultati. Nella Marca trevigiana, la designata dal Nazareno ha subìto lo smacco di una sonora sconfitta: Rubinato (due mandati da sindaco a Roncade e da sempre “in trincea” contro la Lega) con 8.159 voti si è guadagnata il 50,4% della fiducia.
E a Venezia l’onda lunga della catastrofe Mose paralizza il Pd nella ricerca dell’erede di Giorgio Orsoni (arrestato e costretto alle dimissioni da sindaco): l’inchiesta della Procura non ha risparmiato l’ex tesoriere Giampietro Marchese, l’ex presidente della Provincia Davide Zoggia, le cooperative “rosse” e gli specialisti della sussidiarietà.

Così Laura Puppato – oggi senatrice, nel 2010 naturale candidata dell’alternativa di centrosinistra “bocciata” dai ras dell’apparato – offre un’analisi meno propagandistica e più preoccupata: «In Puglia con 4 milioni di abitanti hanno votato in 140 mila e la campagna delle primarie era partita fin da settembre. In Veneto con oltre 5 milioni non si è arrivati a 40 mila, forse anche perché si è smorzato l’entusiasmo rispetto a un’effettiva competizione. La differenza è sotto gli occhi di tutti e non può non suscitare un’analisi, un dibattito e una riflessione all’interno del nostro gruppo dirigente e nei circoli».
Puppato insiste sui temi squisitamente politici. «Tutti noi, Pd e non solo, dobbiamo ricordare che occorre soprattutto un disegno per il Veneto del presente e del futuro. È ciò che non ha guadagnato visibilità durante i tempi strettissimi del confronto fra i tre candidati. E proprio sulle idee diverse, sul nuovo governo dei territori, sul concreto ’cambiare verso’ abbiamo la necessità di insistere. Credo che ci sia stata una certa sufficienza: è stata svilita un’opportunità e la stessa candidatura vincente, confrontando il vertice del Pd e la base, non si è rivelata così condivisa…».
Infine, le idee-chiave per sfidare davvero Zaia e il centrodestra: «Prima di tutto, la trasparenza. In Regione è sempre di là da venire. E proprio Zaia ha contribuito, prima come vice di Galan e poi da presidente, all’opacità che a tratti sconfina in una sorta di omertà. Poi c’è il nodo delle infrastrutture: forte sviluppo delle vie d’acqua, a cominciare dall’Idrovia Padova-Venezia; trasporto merci sottratto alla gomma; metropolitana veneta gestita dalla Regione con i fondi europei. Ancora, in estrema sintesi: banda larga dalle Dolimiti all’ultimo paesino; il “tribunale delle imprese” per garantire la giustizia, se vogliamo tornare leader nella produzione; un’inversione totale nella gestione dei servizi sociali e della formazione; più medici e infermieri, meno barzellette come le hostess al pronto soccorso degli ospedali».

Domenica si è votato anche per il candidato sindaco a Castelfranco (33 mila abitanti in provincia di Treviso) con l’obiettivo di riconquistare il municipio dopo 5 anni di amministrazione leghista. È stato designato con 770 voti su 1.719 Claudio Beltramello, medico, segretario di circolo e consigliere comunale uscente, di fede renziana. Ha sconfitto Laura Viola, imprenditrice, e l’architetto Alessandro Boldo che hanno ottenuto rispettivamente 546 e 389 preferenze. Ma si è accesa un’altra significativa spia nelle primarie: centinaia di schede “regionali” rifiutate, annullate o rimaste in bianco nei tre seggi della città di Giorgione…