Uova, insulti e spintoni verso i delegati sindacali raccontano la tensione sempre più alta che si respira a Genova intorno alla vertenza Piaggio Aero. Ieri l’ennesimo vertice tra azienda e sindacati è terminato con un nulla di fatto per il rifiuto di questi ultimi ad accettare un piano industriale che prevede 165 esuberi (di cui 117 a Genova e 48 nello stabilimento di Finale) su 1.326 dipendenti, oltre 200 esternalizzazioni e soprattutto la chiusura della produzione nello storico stabilimento di Sestri ponente a partire dall’inizio del prossimo anno. Ma a tener banco sono state le tensioni interne, soprattutto tra i lavoratori genovesi e i sindacalisti di Finale ligure.

All’arrivo sotto la sede degli industriali la delegazione savonese è stata accolta dagli insulti dai lavoratori di Genova che avevano dichiarato sciopero in concomitanza con l’incontro. «Venduti», «Ricordatevi che Piaggio è una sola», hanno urlato all’indirizzo dei delegati, accusati di stare al gioco dell’azienda, dato che il decentramento della produzione nel nuovo stabilimento di Villanova d’Albenga privilegia di fatto i lavoratori savonesi. «Di lavoratori di Finale in piazza non c’è nessuno, nemmeno hanno fatto sciopero», dicono i genovesi. «Siamo noi che facciamo gli aerei – spiegano i lavoratori – perché a Finale si fanno i motori e parte della componentistica, ma è a Genova che l’aereo viene assemblato e collaudato. E se chiude Genova di aerei non se ne faranno più». «Il drone lo abbiamo fatto a Genova e ora stiamo lavorando ad un pattugliatore ad ala lunga per il pattugliamento marittimo», raccontano fieri. A Genova «c’è l’aeroporto che consente di collaudare i mezzi, c’è Finmeccanica con cui Piaggio ha appena progettato il drone mentre a Villanova ci sono solo i carciofi», provano a scherzare per smorzare la tensione dell’attesa. All’uscita della delegazione però la rabbia è riesplosa con il lancio di uova che si sono infrante contro la porta a vetri della sede degli industriali.

«Genova e Finale la pensano allo stesso modo, lo dimostra il fatto che abbiamo respinto il piano di Piaggio», prova a spiegare Maurizio Marchi delegato Fim Cisl di Sestri ponente, il sindacato più rappresentativo dello stabilimento. Ma se per le Rsu del ponente gli insulti non potevano essere più espliciti, la tensione è palpabile anche verso i sindacalisti locali considerati troppo «deboli» di fronte al «ricatto» dell’azienda che ha chiamato il suo un «piano di salvataggio» e considera gli esuberi e la chiusura di Sestri indispensabili perché il socio arabo dell’azienda, la Mubadala Development Company di Abu Dhabi (l’altro azionista di riferimento è la Tatala Limited) investa i 190 milioni necessari alla ricapitalizzazione.

Così, nonostante la riluttanza delle Rsu che temono di non riuscire più a tenere la piazza, i lavoratori hanno chiesto e ottenuto una nuova assemblea nello stabilimento di Sestri questa mattina. Martedì prossimo invece ci sarà un incontro tra i sindacati «perché ci sia una posizione unitaria su tutta la vicenda», spiega Daniele Tonni Rsu Uilm. «La Piaggio si salva tutta per intero – ribadisce il coordinatore regionale Fiom Antonio Caminito – è impensabile dire che si salva Finale senza Sestri, anche rispetto alla prospettiva di legare la produzione alla Difesa, visto che a Genova c’è Selex». Sui rapporti tra i sindacati: «Sono buoni ma c’è qualcuno che lavora per alimentare le divisioni. Occorre muoversi con maggiore trasparenza. Il piano dell’azienda è ambizioso e condividiamo le prospettive di crescita ma siamo così ottimisti che pensiamo che questo piano possa essere realizzato senza mandare a casa nessuno».