Beppe Grillo e Alessandro Di Battista sono indagati per diffamazione dalla procura di Genova, a seguito della querela nei loro confronti presentata dalla ex candidata a sindaca di Genova Marika Cassimatis. Il fascicolo riguarda l’accusa di aver danneggiato il Movimento 5 Stelle, motivo per il quale la consultazione online che aveva eletto Cassimatis, assieme alla lista degli aspiranti consiglieri ad essa collegati come aspirante sindaco del capoluogo ligure, era stata annullata. Il leader del M5S si mostra sereno: solo un «atto dovuto».

Al netto delle polemiche, e di quelle che Grillo e i suoi considerano strumentalizzazioni mediatiche, la tormentata vicenda genovese indica il clima all’interno del potenziale primo partito italiano. Mentre le agenzie battono la notizia dell’indagine a suo carico, a Genova il consiglio comunale è impegnato in una seduta difficile: si discute l’aggregazione fra Amiu, l’azienda partecipata del Comune che gestisce la raccolta dei rifiuti la società Iren Ambiente. Fuori dall’aula, camionette delle forze dell’ordine fronteggiano la protesta dei lavoratori, ostili alla fusione. Il progetto alla fine tramonta e per il sindaco Marco Doria è una rinuncia che rappresenta ulteriormente la fine della sua esperienza. Si chiude una fase della vita amministrativa cittadina. Insomma, saranno esagerate le voci che trapelano dai vertici M5S circa un volontario disinvestimento sul fronte delle elezioni amministrative dopo le delusioni romane e le difficoltà torinesi per concentrare l’azione sulla dimensione nazionale e sulla madre di tutte le battaglie, cioè le prossime votazioni politiche. Di sicuro però la scelta di Grillo ha indebolito di molto la posizione pentastellata in un comune di importanza simbolica e politica di primo piano, che pareva pronto a fare il paio con Torino. Grillo fa qualche passo indietro, insomma, in una città che assiste ancor più di altre alla crisi dei partiti e che offrirebbe molti spazi all’azione del M5S.

Ai lavori dell’assemblea consiliare si è presentata, da spettatrice, anche Cassimatis. È stata avvistata in un capannello con Paolo Putti, consigliere comunale fuoriuscito dal M5S ormai tre mesi fa, assieme a due colleghi genovesi e un portavoce in consiglio regionale. I giochi per una sua partecipazione alle elezioni si riaprono? La candidata detronizzata nega. Intanto, il suo avvocato ha depositato al tribunale civile di Genova il suo ricorso contro il diktat di Grillo. Il giudice fisserà nei prossimi giorni l’udienza per la discussione. Nel ricorso, Cassimatis chiede la sospensione delle votazioni on line nazionali fatte all’indomani della sua esclusione e la riammissione della sua lista risultata vincitrice alle prime votazioni. «Stiamo affrontando una battaglia per la legalità e la trasparenza – scrive Cassimatis su Facebook – Ricordiamo che ogni volta che si disattende a una regola, la si annulla. Quello che è successo a Genova potrebbe ripetersi altrove. È una battaglia di tutti. E noi ci sentiamo come Davide contro Golia, abbiamo ancora bisogno di aiuto».

Non sembra riuscita l’operazione del Pd, che avrebbe voluto costruire un contorno «civico», alla Doria, al suo candidato, che è l’attuale assessore alla protezione civile Gianni Crivello, uno che viene dal Pci e che ha sempre affiancato il centrosinistra cittadino.

Putti e i suoi, intanto, dialogano con Sinistra Italiana e valutano la possibilità di presentare una candidatura comune.

I dirigenti locali di Si hanno ricevuto il mandato di costruire una lista civica «alternativa ai sistemi di potere che hanno tenuto bloccata a lungo la nostra città, destinandola a un declino sempre più evidente». Pare però che sulla strada di un’alleanza sia sorto un problema non da poco: tra gli ex grillini alcuni riterrebbero troppo ideologico il principio dell’antifascismo, preferendogli un più generico appello alla difesa della Costituzione. Putti cerca di disinnescare la questione: «L’antifascismo è una di quelle cose vive, che si respira e si assimila, trasmettendosi in modo misterioso forse attraverso gli sguardi, i sorrisi, la pelle di qualunque colore sia, boh; non ha bisogno di essere enunciato in pompa magna è silenzioso ma inesorabile, è delicato ma solido».