Concettuale, stratificato, controcorrente. Tanti aggettivi per definire il nuovo lavoro (doppio) del quartetto torinese dei Perturbazione. (Dis)Amore (Ala Bianca records) – è un concept album musicalmente ricco – caleidoscopio di rimandi pop agli anni 70, l’amore per il rock inglese ben in evidenza ma con decisi riferimenti letterari: Dino Buzzati, Edoardo Albinati, Carlo Cassola e molto ancora. Il disco racconta le dinamiche di una storia d’amore. Solida all’inizio, in crisi a un certo punto, fino a spezzarsi. In mezzo il tempo che cambia le persone, muta gli interessi e porta i due protagonisti ad allontanarsi sempre di più. Sembrano i personaggi interpretati da Scarlett Johansson e Adam Driver nel bel film di Noah Baumbach Storia di un matrimonio.
«L’ho visto ma non si ispira a loro – sorride Tommaso Cerasuolo, voce della band – in realtà è un disco che si è stratificato nel tempo. Nel 2016 abbiamo lavorato con il teatro stabile di Torino per degli spettacoli ispirati al teatro di Natalia Ginzburg. I suoi libri ruotano intorno al tema dell’assenza: il personaggio maschile non appare mai ma è come se fosse presente nell’idea dell’affetto e dell’amore».

TRATTI autobiografici inevitabilmente nelle liriche, ma non solo: «Io e Rossano (Lomele, il batterista ndr, l’altro autore della band) stiamo molto attenti a ciò che ci circonda. Le storie di vita dei nostri amici: abbiamo visto tante coppie incontrarsi, scoprirsi innamorati e poi separarsi. Quando hai quell’antenna dritta in testa che ti permette poi di nutrire la scrittura, è facile concentrarsi. Per noi è stato anche liberatorio, perché chiaramente vai anche a scavare nelle tue esperienze personali».

UN ALBUM FITTO, ben 23 canzoni, sotto prodotto nel senso che gli arrangiamenti e la produzione tendono ad asciugare piuttosto che a riempire le musiche: «Volevamo affrancarci dalla tendenza radiofonica: oggi le produzioni sono molto simili anche perché tutto è molto saturo. Faccio un esempio: andavo spesso a Porta Palazzo qui a Torino dove ti capitava di ascoltare pezzi magrebini che suonavano secondo tradizione. Ora può capitarti – magari in tram – di sentire brani trap magrebini che hanno gli stessi accenti di un rapper dell’Est asiatico. Cambiano solo le lingue. È una delle tante globalizzazioni in corso..».

IL MONDO musicale è stato colpito pesantemente dalla pandemia – la manifestazione degli intermittenti sabato scorso è lì a testimoniarlo: «Sai per una realtà come i Perturbazione, sempre un po’ fuori dal grande giro, nonostante un passaggio sanremese, sono stati rari i periodi in cui ci siamo permessi di concentrarci solo sulla musica. Abbiamo sempre dovuto barcamenarci con altri lavori. Chi più in campo letterario come Rossano, chi più nello specifico musicale come Cristiano (Lomele, il chitarrista, ndr) che ha un suo studio. Ma è chiaro, questa crisi ci colpisce tutti in modo duro, bisognerebbe stabilire un criterio d’equità per aiutare musicisti ma anche chi lavora dietro le quinte degli eventi live. Essere uniti è fondamentale».