Ho appena saputo questa dolorosissima notizia della morte di Benedetto. È stata una botta inaspettata che mi ha scioccato. Sapevo genericamente dei suoi problemi di salute ma non immaginavo che le cose si fossero così aggravate fino a metterlo in pericolo di vita, perciò al dispiacere per la perdita di una persona di tanto valore si è aggiunto l’amaro stupore.

Benedetto era un giornalista infaticabile, colto, curioso, continuamente proiettato verso la conoscenza di nuovi territori, l’esplorazione di orizzonti sempre più avanzati. Non mi perdevo mai i suoi articoli, le sue recensioni che ti informavano sempre con vigilanza critica sulle nuove frontiere della tecnologia o sugli sforzi teorici più recenti e più innovativi nella letteratura internazionale.

So che è una perdita gravissima per il manifesto e per tutti voi, per tutto il collettivo di via Bargoni, ma lo è anche per noi collaboratori, che con lui perdiamo un punto di riferimento importante, un militante intellettuale acuto e di rara tenacia, e al tempo stesso un amico.

Non so a chi porgere le mie condoglianze per questa enorme perdita, vi prego di aggiungere la mia voce accanto a quella di tanti compagni che lo piangono.