Impedito a partecipare alla campagna elettorale delle presidenziali russe, Alexey Navalny, il blogger liberal-populista, decide di partecipare a quella italiana. In una intervista concessa all’Ansa Navalny afferma che «sono irrazionali e abbastanza irritanti i legami fra il regime di Putin e l’establishment italiano. Quelli con i partiti di estrema destra sono incomprensibili, come nel caso della Lega Nord, che ama molto Putin e Putin ama molto loro. Ma le loro ideologie sono opposte».

Una dichiarazione che sembra confezionata a Roma visto che Navalny non ha dimostrato molto interesse prima d’ora per la politica internazionale e men che meno per quella italiana. E sconclusionata, visto che non si capisce in che cosa le ideologie della Lega e di Putin sarebbero «opposte».

I legami tra la Lega e Russia Unita sono ufficializzati da tempo e recentemente Vladimir Putin ha trovato modo di bere pubblicamente anche un caffè con Matteo Salvini. Rapporti imbarazzanti, certo, quelli del Cremlino, come quelli con la signora Le Pen, ma che non si capisce quanto possano riguardare Navalny, il quale, seppur nel lontano passato, ha collaborato con forze di estrema destra e ha sempre mantenuto un atteggiamento xenofobo nei confronti dei migranti musulmani in Russia.

Navalny nell’intervista ne ha anche per il movimento di Grillo, colpevole di avere una «posizione favorevole nei confronti di Putin mentre, sulla base di tutto quello che loro dicono, lo dovrebbero odiare». E qui si resta ancor più sorpresi visto che i rapporti tra M5S e Russia sono stati sempre superficiali e casuali.

Il dubbio che l’intervista sia stata «pilotata» in chiave interna italiana si accresce ancora quando Navalny chiede ancora più sanzioni contro la Russia: «Io vorrei vedere da parte dell’Italia una posizione più attiva sulle sanzioni individuali perché il vostro Paese è mèta massiccia dei soldi sporchi degli oligarchi, che rubano qui e poi vanno a divertirsi nei vostri resort, vorrei che l’Italia fosse più amica del popolo russo e meno degli oligarchi di Putin».

Affermazioni sconsiderate visto che le sanzioni imposte dalla Ue alla Russia non hanno fatto fare passi avanti significativi nelle trattative per riportare la pace nella martoriata Ucraina, sconvolta dalla crisi economica e dalla guerra nel Donbass. E visto anche, che le contro-sanzioni di Mosca contro i prodotti agricoli europei hanno fatto perdere all’Italia miliardi di euro e decine di migliaia di posti di lavoro.

E mente Navalny si occupa d’Italia, ieri sera, a Mosca e Kiev, in contemporanea, è scesa in piazza la sinistra alternativa su una comune piattaforma antifascista e contro l’autoritarismo. A Mosca si è aggiunta anche la Confederazione dei lavoratori russi contro il tribunale di San Pietroburgo che, con una sentenza senza precedenti, ha messo fuorilegge il sindacato russo del settore auto. Ma di ciò, forse, Navalny non ha tempo di occuparsi.