Per parlare di Amedeo dovremmo usare le parole che Cesare Pavese, ne “La Casa in Collina”, fa pronunciare a Fonso: “ Conta quello che si fa, non quello che si dice”. Per noi, Amedeo Ciaccheri è quello che ha fatto e che fa, quotidianamente, occupandosi non solo del suo quartiere, la Garbatella, ma anche di un sacco di altre cose che hanno a che fare con l’idea di mondo che uno ha, e con la voglia insopprimibile di cambiarne i tratti ingiusti, spesso tragici e orribili.

Amedeo l’abbiamo conosciuto nella comune battaglia per affermare il principio dell’autogestione degli spazi contro la logica del degrado sociale di territori intesi solo come grandi mercati della rendita immobiliare. Nelle lotte per la conquista dei diritti civili, in quelle contro l’assurdità del proibizionismo. Le straordinarie esperienze del centro sociale La Strada e di Casetta Rossa, nell’VIII Municipio a Roma, parlano più di ogni curriculum. Amedeo Ciaccheri è sempre stato in prima fila, da ogni luogo si trovasse e con qualsiasi ruolo, nel difendere l’umanità contro il disastro delle guerre, a cominciare dal suo impegno al fianco del popolo del Rojava e del confederalismo democratico kurdo. La sua lotta contro il razzismo e la xenofobia, vere e proprie malattie sociali del nostro tempo, ha sempre contraddistinto la radice culturale prima che politica del suo attivismo, interno ai movimenti ma senza mai ricadere nell’idea dell’autosufficienza.

La sua visione della convivenza possibile in una metropoli come Roma, è sempre passata da una grande propensione all’ascolto, da un mettersi in cammino cercando e domandando, sintomi questi di una merce rara: l’umiltà nella determinazione.

Amedeo Ciaccheri oggi è candidato alle primarie nell’VIII Municipio, e noi auspichiamo che possa essere presto anche il presidente eletto. Certo siamo in un mondo diverso da quello che Cesare Pavese descrive nei suoi libri. Oggi è più importante quello che dici, come lo dici, con quanta potenza , piuttosto che quello che fai. Ma anche in un mondo dominato dalla Matrice, esistono i virus, le anomalie. Possono diffondersi, contaminare, viaggiare su racconti che non sono imprigionati dai big data, ma che corrono sul filo di emozioni e amicizie che si sono costruite facendo cose insieme. Per questo se fossimo a Roma, se abitassimo a Garbatella, se votassimo all’VIII, sosterremmo Amedeo Ciaccheri Presidente. Perché per noi contano le cose che si fanno. Quelle descrivono meglio di qualsiasi recinto identitario e politicista, chi si è voluto e si vuole essere. 

 

Luca Casarini, Cesare Roseti, Beppe Caccia, Aurora D’Agostino, Daniele Farina, Alessandro Metz, Manila Ricci, Gianmarco De Pieri, Pietro Rinaldi, Susanna Scotti, Domenico “Meco” Mucignat, Alessandro Gerosa, Maria Giovanna Sandri, Stefano Ciccantelli, Alfredo Racovelli, Gianni Cavallini, Detjon Begaj, Fabio Bertoni, Alessandro Gerosa, Mattia Orlando, Sebastian Kolschen, Carlo Bottos, Francesco Miazzi, Claudio Calia, Ciccio Cirigliano, Daniele Licheri, Martina Suppa, Federica Montebelli, Barbara Del Mercato, Marta Battistella, Alessandra Buzzo