Come titolare di un autovettura diesel Volkswagen (modello 2004) non mi è nuova la sensazione di pariah. Per diversi anni la vendita di auto a gasolio infatti è stata vietata in California perché le emissioni diesel non rientravano nei parametri ambientali.

In quel periodo l’unico modo per guidarne una era di acquistarla in un altro stato (l’importazione privata era consentita). Successivamente, con nuove generazioni di motori più efficienti le diesel sono tornate nei concessionari e assieme a ibride ed elettriche hanno rappresentato un segmento delle vendite in forte crescita. O almeno così si sapeva prima di scoprire che il principale costruttore di diesel vendute negli Usa avrebbe intenzionalmente taroccato le proprie auto per trarre in inganno lo smog test, l’annuale tagliando antinquinamento richiesto dalla motorizzazione californiana.

L’attuale scandalo rappresenta un danno incalcolabile per la Volkswagen, che rischia sanzioni gigantesche e una lesione forse irreparabile alla propria immagine in uno stato “congenitamente” ambientalista.

L’ecologismo è vocazione culturale nella culla del movimento per l’ambiente e nel corso degli ultimi decenni in California è diventato pratica politica in virtù anche degli sforzi per ripulire l’aria di metropoli come Los Angeles, storica capitale dello smog.

In questi giorni il parlamento dibatte la SB350, l’ultima in una lunga serie di strette sull’ambiente che di norma precedono di qualche anno l’eventuale adeguamento di altri stati. La legge che si prefigge nientemeno che una riduzione del 50% dell’utilizzo di energia fossile e un aumento del 50% dell’efficienza energetica nell’edilizia, è sponsorizzata da Jerry Brown.

Ma la leadership ambientalista non è esclusivo appannaggio di politici progressisti come lui; anche un repubblicano come Arnold Schwarzenegger aveva firmato nel 2006 una pacchetto molto severo sulle emissioni che all’epoca (quasi dieci anni fa) era all’avanguardia nazionale.

Entrambe le leggi mirano a limitare la principale fonte di inquinamento ambientale: le automobili.

Con oltre 20 milioni di vetture in circolazione la California è di gran lunga il principale mercato di auto in America. Un dato che di fatto obbliga i costruttori ad adeguarsi alle norme ambientali e di efficienza di uno stato che è un laboratorio col potere di imporre normative nazionali.

Non è un caso che il summit sull’ambiente Usa-Cina prima della visita a Washington del presidente cinese Xi abbia radunato la settimana scorsa a Los Angeles sindaci di città americane e cinesi per discutere di strategie ambientali che la Cina spera di importare nelle proprie città soffocate dallo smog.

È impossibile sottovalutare in questo contesto la gravità del diesel-gate Volkswagen, per la reputazione del marchio e quella del gasolio in generale. Con meno dell’1% del parco macchine il diesel ha finora in qualche modo goduto di una nomea “alternativa”, uno dei segmenti specialistici a fianco di ibride ed elettriche (la California detiene il primato in ognuna delle categorie.)

Ma nello stato della Tesla lo scandalo potrebbe rappresentare ora il capolinea – e non solo per le diesel di Wolfsburg.