Da quando è iniziata la crisi sentiamo ogni anno ripetere come, a partire dall’anno successivo, si potrà intravedere una ripresa e l’uscita dal tunnel. Naturalmente a patto che seguiamo, come soldatini obbedienti e rassegnati, o le politiche di ferrea austerità che, dalla Troika fino ai governi nazionali, continuano ad essere applicate a dispetto di ogni evidenza sui fallimentari risultati, o quelle più sfrenatamente monetaristiche del «quantitative easing» che hanno condotto gli Usa sull’orlo di un default per ora solo temporaneamente differito.

Su questa grande Crisi, generata proprio dall’applicazione sfrenata delle politiche neoliberiste, i poteri forti, lobbies finanziarie e ceto politico, rilanciano una nuova diabolica fase, la «finanziarizzazione 2.0»: restringimento degli spazi democratici, premierati forti e grandi intese, ma soprattutto privatizzazione selvaggia di tutti gli assets da cui estrarre ulteriore ricchezza (acqua e beni comuni, trasporti, sanità, welfare, scuola, patrimonio immobiliare pubblico, ambiente).

A partire dalla grande esperienza del movimento dell’acqua (27 milioni di cittadini che bocciano sonoramente le privatizzazioni di acqua, trasporti e rifiuti), ai recenti momenti di piazza per la difesa della Costituzione, del lavoro, per il diritto all’abitare e contro le grandi opere, per la tutela della salute e dell’ambiente fino allo spontaneo ammutinamento di Genova, si palesa l’esistenza di una maggioranza culturale del Paese che si oppone a qualunque ulteriore progetto di finanziarizzazione.

Il nesso netto e radicale tra tutte queste vertenze può proprio risultare un progetto forte e condiviso di «nuova finanza pubblica e sociale», possibile medium coeli per tutti i beni comuni.

«Come si esce dalla Crisi – per una nuova finanza pubblica e sociale» Edizione Alegre è il manifesto collettivo, costruito dal basso e frutto di oltre due anni di assemblee pubbliche in tutta Italia, che permette ora di elaborare/concordare una prima fase operativa per un percorso comune di trasformazione e di riappropriazione sociale, che sappia unire e ridare speranza ad intere generazioni ,consentendo di invertire la rotta e di uscire dalla Crisi, andando a ragione ben oltre Keynes.

Sfogliando le pagine di questo libro ci si accorgerà di come le cose non siano mai state come ce le hanno raccontate: quarant’anni di fondamentalismo neoliberista hanno generato il massimo delle diseguaglianze sociali e la crisi profonda del capitalismo ha squadernato tutti i suoi errori sistemici in campo economico, finanziario, sociale, ambientale e climatico, rendendola difficilmente reversibile.

Gli Autori (Bertorello, Corradi, Lovera, Baranes, Risso, Errico, Malabarba, Viale, Gesualdi, Tricarico, Bersani, Millet e Toussaint) smontano le teorie del debito pubblico, propongono l’auditoria del debito quale controllo partecipativo popolare, definiscono una nuova equità fiscale che parta dalla tassazione reale della finanza speculativa per giungere alla lotta senza quartiere ai paradisi fiscali e alla «finanza ombra», prendono a utile modello le buone pratiche dell’Altra Economia e della Finanza Etica, propongono una completa e radicale rivisitazione di scopi e finalità del sistema bancario, ragionano su nuove pratiche auto-organizzate di lavoro e di riconversione ecologica della società. Infine propongono un’innovativa forma di finanza pubblica e sociale che, con la socializzazione della Cassa Depositi e Prestiti, garantisca la possibilità di finanziare gli enti locali e di strutturare piani per nuove forme di economia sociale territoriale, di tutela dei beni comuni e di un modello sociale alternativo per il Paese. Si esce dalla crisi solo uniti, decisi, e radicalmente innovativi, motori mobili di una Grande Trasformazione Sociale.