Nel 2022 è nata mia figlia, ho pubblicato due libri ma soprattutto ho continuato a leggere. Quest’ultima, di tutte le cose che sono successe, è la più miracolosa; avevo sempre detto che il tempo per leggere di per sé non esiste, va inventato – sì, l’avevo detto, ma solo durante l’anno appena trascorso, in cui mi sono presa cura di una neonata, ho capito cosa significasse davvero. In questo tempo inventato giorno per giorno, la scelta delle letture aveva un’urgenza nuova, un timbro forsennato, direi tirannico, che riduceva moltissimo il rischio di perderlo quel tempo. Così, i libri che ho scelto, inseguito, isolato, letto o riletto sono diventati ancora più preziosi e il tempo passato a procurarmeli è stato denso di attesa e desiderio, perché molti non erano più in catalogo, o erano diventati molto rari. Il mio augurio per il 2023 è che tre autrici tornino a popolare gli scaffali delle librerie italiane, forse anche perché in modo romantico mi auguro che mia figlia viva un mondo in cui queste tre scrittrici siano lette nella loro autenticità e complessità: Alice Ceresa, Elsa Guggino, Pamela Lyndon Travers.
Per conoscere Pamela Travers e affrancarla dalle sue immagini stereotipate si può partire dalla Sapienza segreta delle api, che è nel catalogo di Liberilibri, o dalla monografia In volo, dietro la porta di Giorgia Grilli (editore Il ponte vecchio), mentre nel catalogo Rizzoli è in corso una ritraduzione dei titoli di Mary Poppins e non solo, che promette novità nel 2023. Incrociamo le dita, perché la governante portata dal vento è più citata che letta, e i suoi romanzi sono molto diversi dall’immagine lasciata dal film.

PER QUANTO concerne Elsa Guggino, storica e saggistica siciliana che si è occupata a lungo e a fondo della storia delle pratiche magiche sull’isola, spero che Sellerio ripubblichi i suoi titoli non più disponibili, come La magia in Sicilia e Un pezzo di terra di cielo. Io in particolare sono grata a Fate, sibille e altre strane donne che è stato uno dei miei testi di riferimento per scrivere la mia ultima fiaba.
Il 2022 si è chiuso con la ripubblicazione, da parte della Tartaruga, di uno dei romanzi di Alice Ceresa, La morte del padre. È stata una bellissima notizia cui spero che seguano Bambine e La figlia prodiga. Devo la conoscenza di Ceresa all’Abbecedario della differenza, curato da Laura Fortini e Alessandra Pigliaru insieme al Piccolo dizionario dell’inuguaglianza femminile, entrambi editi da nottetempo già qualche anno fa, ma per me rivelatisi capitali in quest’anno di riflessioni sulla lingua, anche a partire dalla scelta della presidente del Consiglio di farsi chiamare «il» presidente. In effetti eccolo, il mio augurio più grande: che il 2023 sia un anno in cui per ricoprire una carica non ci sia bisogno di travestirsi da uomini. E che sia, come e più di sempre, l’anno delle scrittrici. Di una loro memoria viva, che piena di futuro occupi radicalmente i nostri scaffali.