Rischiano fino a tre anni di reclusione i giornalisti Ömer Çelik, A.Vahap Tas, Çagdas Kaplan, Selman Çiçek, Hamza Gündüz, Inan Kızılkaya e Kemal Sancılı, accusati di «aver preso di mira un funzionario che combatte il terrore».

I sette giornalisti avevano condiviso sui social un rapporto dell’ormai defunta agenzia di stampa pro-curda Dicle, in cui si bersagliava Musa Çitil, che ha servito come vice comandante della gendarmeria nella regione sud-orientale del Paese, nel 2015, durante il culmine del conflitto tra le forze armate turche (Tsk) e i militanti curdi legati al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) che avevano dichiarato l’autonomia dei distretti di Diyarbakir e Sur. La prossima udienza per i giornalisti è prevista per il 18 dicembre.