Prima di prendere la parola in senato, Salvini è già in trionfo. Si alza in piedi, e si alzano anche gli altri 57 senatori leghisti che hanno nella ragione sociale il nome del leader col grado che di fatto esercita: «Salvini premier». Standing ovation preventiva. I 5 Stelle, presi un po’ in contropiede, applaudono restando seduti. Salvini comincia facendo esibizione di modestia: «È il mio primo intervento da ministro… mai avrei immaginato… sono emozionato… sento la responsabilità…».

Venti minuti dopo c’è quasi tutto il senato ad applaudirlo in piedi. Resta fermo il piccolo spicchio dove sono confinati il Pd e la sinistra: una sessantina di senatori in tutto.

Nell’aula di palazzo Madama la linea sull’immigrazione del ministro dell’interno ha l’80 per cento. E spento l’ultimo applauso, staccata la diretta facebook, il ministro può subito twittare un sondaggio fatto da Sky tra gli ascoltatori: il 95% lo sostiene nella rissa con Macron. Aggiunge un commento spavaldo: «Secondo voi chi sono quelli del 5%?». Incastra il messaggio tra il video del suo intervento alla Confesercenti e la foto della pizza che ha mangiato ieri sera.

Nella ricostruzione in parlamento sulla decisione del governo italiano di chiudere i porti, lasciando così a bordo della nave Aquarius 629 profughi di cui oltre 400 precedentemente trasportati lì dalle motovedette italiane, il ministro dell’interno ha nascosto proprio questi due elementi. Che i migranti prima di essere respinti in mare erano già stati presi a bordo delle navi della marina italiana. E che se adesso e per giorni ancora navigano verso la Spagna non è perché Malta «se n’è fregata», ma perché Salvini ha impedito lo sbarco. Salvini, e non il ministro competente che in teoria sarebbe il grillino Toninelli.

Salvini, e non il presidente del Consiglio Conte, che avrà forse fatto atto di presenza nel vertice che si è tenuto lunedì nel suo ufficio, a palazzo Chigi, ma che Salvini dimentica persino di citare assieme a Toninelli e alla ministra della Difesa Trenta.

Il ministro dell’interno legge qualcosa dalla relazione che gli hanno preparato. Giura che per due volte nella giornata di lunedì 11 ha dato la disponibilità alla nave Aquarius di far sbarcare donne incinte e bambini, senza avere risposta «evidentemente non c’era tutta questa emergenza».

Si accalora, cerca la rissa con l’ala sinistra dell’aula, in realtà assai tranquilla: «Ho due figli e non accetto che si dica che voglio il male dei bambini. Sono stufo di questi morti di stato. Se qualcuno preferisce il business si accomodi in una coop e non in senato».

Il senatore Pd Faraone ha ormai ha adottato una tecnica da film muto e alza un foglio con la scritta «Forte con i deboli».Salvini si esalta: «Non mi dà fastidio Macron, figuriamoci un cartello».

Dalla nave Aquarius raccontano però un altra storia: «Al coordinamento del soccorso abbiamo spiegato di avere a bordo 6 donne incinte, 123 minori non accompagnati, 11 bambini e oltre 15 persone con ustioni chimiche gravi. Ci hanno risposto che sarebbero state trasferite solo le donne incinte, senza i loro mariti. Abbiamo sottolineato l’importanza di non separare le famiglie e di non effettuare evacuazioni contro la volontà delle persone».

Salvini non sembra affatto emozionato. Ammutolisce il Pd spiegando che in fondo lui sta solo facendo, meglio, quello che Minniti aveva cominciato. «Chi mi ha preceduto ha fatto un buon lavoro, noi non siamo qui per smontare».

Cita numeri a piacere: «Abbiamo 170mila richiedenti asilo e la Spagna solo 16mila. Siamo il secondo paese per accoglienza in tutta Europa».

Il che è vero solo se si guarda alla cifra assoluta: nel 2017 l’Italia segue la Germania nel numero di richieste di protezione umanitaria. Ma se si rapportano le richieste alla popolazione residente l’Italia è ottava dopo Germania, Grecia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Austria e Svezia.

Ma il ministro è già passato ad altro, a un classico del complottismo di destra mondiale: l’attacco a Soros. «Basta guardare da dove arrivano i finanziamenti alle Ong, dalla fondazione Open Society».

I 5 Stelle sui complotti non si fanno lasciare indietro: «Le stesse persone che ci attaccano con lo spread ci attaccano con i migranti», dice il grillino Peso, convinto che con il blocco dell’Aquarius «abbiamo fatto una cosa grandiosa».

Intanto Salvini fa il buon cristiano, offrendo la sua interpretazione di «Ama il prossimo tuo come te stesso»: «Vuol dire anche amare gli italiani che in silenzio hanno perso casa, lavoro e speranza».

Naturalmente la Lega affida al suo senatore Iwobi, nativo della Nigeria, il compito di certificare che il blocco navale serve a combattere «il nuovo schiavismo moderno». L’omaggio a Salvini – «equilibrato, saggio, coraggioso» – è a quel punto condiviso anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia.

I senatori del partito di Berlusconi prima applaudono poi vanno in fila a stringere la mano al ministro. La Russa ne approfitta per chiedere se, la prossima volta, non possiamo arrestarli quelli delle Ong. E sequestragli la nave.