Lavoro

Per Salvini lo sciopero sui morti in Calabria nelle Fs è «indegno»

Per Salvini lo sciopero sui morti in Calabria nelle Fs è «indegno»Il tabellone della stazione Termini di Roma ieri per lo sciopero per la sicurezza – Foto LaPresse

Passaggi Mortali I sindacati: adesione al 70%. Il ministro: farò di tutto per evitarli Il suo vice intanto vuole togliere il doppio macchinista ai treni merci

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 1 dicembre 2023

Lo sciopero per la sicurezza nelle ferrovie dopo la tragedia di Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza, ha avuto una adesione molto alta. «Fermi il 70% dei treni regionali», fanno sapere i sindacati confederali che hanno scioperato otto ore mentre Cat, Cub, Sgb e Usb hanno mantenuto le 24 ore previste, non piegandosi al Garante che chiedeva di ridurlo a otto.

ORAMAI SCONTATA LA REAZIONE del ministro Matteo Salvini che continua la sua battaglia contro il diritto di sciopero. Per il vicepremier si sono viste «scene indegne e inaccettabili nelle stazioni» con «ritardi, treni cancellati e lunghe code di cittadini esasperati». Una cosa «intollerabile», ha tuonato il titolare del Mit.

Nel dettaglio, «regionali tutti fermi in partenza da Genova. Diverse soppressioni di treni soprattutto regionali in partenza da Roma, Bologna, Palermo, Reggio Calabria. Chiusa la linea 2 della metropolitana di Napoli con ritardi e cancellazioni per i treni regionali. Tutti soppressi i treni, anche intercity, sulla dorsale adriatica e molte cancellazioni intercity sulla dorsale tirrenica. Adesioni alte nella manutenzione Rfi fino all’80% e Trenitalia fino al 100% in alcune regioni come il Piemonte», spiegano i sindacati.

RISPETTO AI CASI PRECEDENTI Salvini non è intervenuto con la precettazione «per rispetto di chi ha perso la vita sul lavoro» ma «la giornata rende ancora più evidente che scioperi di troppe ore hanno ricadute pesantissime sulle vite di troppe persone incolpevoli», avvertendo che «è mia precisa intenzione, in futuro, fare di tutto affinché simili scene non si ripetano».

Quanto alle ragioni dello sciopero, dopo le anticipazioni date al manifesto e all’articolo di ieri in cui abbiamo denunciato che sarebbe bastato un dispositivo dal costo di 49mila euro per evitare ogni incidente, ieri Rete ferroviaria italiana (Rfi) ha prodotto quattro pagine fitte di numeri. La stima ufficiale è di «4.135 passaggi a livello, solo l’8% su linee fondamentali». Nel 2023 Rfi «ha programmato l’eliminazione 87 passaggi a livello, per oltre 67 milioni di euro». I passaggi a livello sono il 45% in meno dei 7.700 del 2000, mentre degli ultimi dieci anni la media è di 145 passaggi a livello soppressi l’anno (nel 2010 erano 5.700). Tutte le nuove linee sono senza; 250 gli incidenti che si verificano in media l’ anno, con conseguenze gravi o mortali nel 10% dei casi».

«Sono in costante diffusione le tecnologie integrative di Protezione automatica integrativa (Paipl) con laser o radar che blocca immediatamente la circolazione ferroviaria».

PURTROPPO LA STESSA RFI non quantifica quanti Paipl sono attivi ma fa sapere che «il sistema viene installato solo sui passaggi a livello che non possono essere eliminati nell’immediato». Ieri, ipotizzando 4 mila passaggi a livello, avevamo stimato dai 197 a 600 milioni di spesa per dotarli tutti di sistema Paipl. Una cifra risibile rispetto ai 12 miliardi che Salvini vuole spendere per il ponte di Messina tagliando decine di interventi previsti nel Pnrr per le ferrovie.

Nel frattempo si apre un nuovo rischio sicurezza. E sempre a causa di un leghista del ministero delle Infrastrutture. Questa volta tocca al viceministro Edoardo Rixi che ha lanciato la proposta di «treni merci a un unico conducente», sostenendo che «consentirà di aumentare la capacità dei valichi ferroviari di circa il 15%». Il settore Cargo è l’unico in cui è rimasto il doppio macchinista – tolto dai passeggeri nonostante le battaglie dei macchinisti – , motivando la scelta per il soccorso in caso di malore di uno dei due (non è previsto il capotreno) ma per le lavorazioni di bordo e terra da eseguire.

«LA PROPOSTA DI RIXI ha come unica motivazione l’aumento di profitto delle aziende – denuncia il Coordinamento Macchinisti Cargo – . La sicurezza deve essere al primo posto e il recente, drammatico episodio del treno merci a agente solo, che ha percorso 15 km senza macchinista sulla linea del Sempione deve far capire quanto sia insensato insistere sul risparmio di personale».

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