Sui maxischermi della sala stampa non viene trasmesso (un inconveniente, si giustificano gli addetti della presidenza del consiglio, che ha curato l’evento). Sulla Rai viene quasi subito interrotto (proprio in quel momento era previsto il collegamento con Milano per la visita di papa Francesco, spiegano a viale Mazzini, ma poi, in differita, è andato, precisano). Il discorso di benvenuto della sindaca di Roma, Virginia Raggi, che ieri ha aperto la cerimonia per il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma in Campidoglio, è invece stato semplicemente «censurato» dal Tg1 che «ha preferito» mandare gli spot, scrive Beppe Grillo sul suo profilo Facebook. E anche l’entourage della sindaca fa filtrare che lo sgarbo (o «inconveniente») non è stato gradito.
«Sessanta anni fa qui a Roma prese il via una avventura straordinaria», ha esordito Virginia Raggi. Per poi aggiungere che «la nostra generazione è chiamata a portare avanti quel sogno di Europa, ritornando allo spirito di quegli anni che oggi non c’è più e va recuperato». E «i cittadini devono essere messi al centro del potere decisionale».

Qualcuno temeva che invece la sindaca pentastellata avrebbe rovinato la festa? Macché: le polemiche dei 5 Stelle sulla presunta censura sono solo «pretestuose», secondo il Pd. Lo spiega Vinicio Peluffo, capogruppo dem della commissione di vigilanza Rai: «Prima che la linea tornasse in studio, la sindaca ha infatti potuto parlare in diretta per due minuti e trenta. E il conduttore ha deciso di tornare in studio per dar conto del contemporaneo discorso del premier Gentiloni. Si tratta dunque di una scelta editoriale e non di censura». Peluffo forse fa confusione, visto che Gentiloni non avrebbe potuto (e non lo ha fatto) parlare in contemporanea con la sindaca. E, almeno per il momento, non è nemmeno il papa.