Da quando l’uomo ha inventato il calendario, il mondo si divide tra chi odia i compleanni e chi li celebra puntualmente, i propri e quegli dei suoi cari. Un tipo particolare di compleanno sono poi gli anniversari, e anche qui l’umanità si divide tra chi li detesta e chi li onora. Nel secondo caso un’isteria particolare colpisce spesso i protagonisti di una siffatta militanza: i preparativi, i convenevoli, l’attesa dei regali e degli invitati. Domande intrise di tragedia, del tipo «verranno?», «basteranno le tartine?», e soprattutto «qualcuno se ne ricorderà oppure come al solito…».
E così di dubbio in dubbio, si celebra il sacro rito. Ma un altro mondo è possibile, anzi talvolta riesce a essere addirittura reale, come nel caso dell’ex Colorificio Liberato di Pisa, che sabato 19 ottobre ha festeggiato il «suo» di compleanno. Il primo, per la precisione, dopo che l’ex Colorificio Toscano (comprato e presto abbandonato illo tempore dalla J Colors di proprietà della famiglia Junghanns) è stato occupato, e «ri-colorato» il 20 ottobre 2012 dagli attivisti del Progetto Rebeldia e del Municipio dei Beni Comuni.
A partire dal pomeriggio gli enormi spazi dell’ex Colorificio sono stati affollati da una miriade festante di persone. Già gli attivisti avevano cominciato a presagire l’invasione dal giorno precedente, quando le prenotazioni per la cena della festa di compleanno hanno raggiunto cifre record mai viste nella pur decennale storia di Rebeldia (basteranno le tartine? Saggia domanda). Pisa alternativa e underground è accorsa in massa a celebrare il primo compleanno dell’ex Colorificio Liberato. Alle sei del mattino centinaia di persone hanno alzato i calici al primo anno di vita di un’esperienza che ha lasciato il segno in città.
Se c’è poi una cosa bella dei compleanni, soprattutto quando riescono così bene, è la scia positiva che lasciano nello spirito di chi li ha vissuti. Un sapore piacevole nella memoria che si vorrebbe non finisse mai.
Allo stesso tempo, la fine di ottobre si avvicina e con essa si avvicina il giorno dello sgombero dell’ex Colorificio Toscano, esito inevitabile dopo che il Tribunale di Pisa ha accolto la richiesta di sequestro preventivo dell’area sulla quale sorge la fabbrica più colorata d’Italia. Uno sgombero non solo di cose e di persone ma di un’idea di mondo alternativo che è possibile e addirittura praticabile, come un anno di attività all’interno dell’ex Colorificio ha ampiamente dimostrato. La prima candelina è stata spenta, ed è stato un traguardo dal quale, ora, è impossibile tornare indietro.
Gli attivisti del Progetto Rebeldia e del Municipio dei Beni Comuni hanno già fatto sapere che lo sgombero sarà soltanto la singola tappa di un percorso molto più articolato e che l’esperienza del Municipio dei Beni Comuni non finisce con questo primo soffio sulla torta. Lo chiedono le bambine e i bambini, lo chiede quella parte di città che non ci sta a vedere ritornare il grigiore dell’abbandono e della speculazione.
L’augurio pronunciato all’unisono è stato «Cento di questi giorni ex Colorificio», perché alla fine – si sa – le tradizioni son belle da rispettare.