Sotto pressione statunitense, la Ue rimanda al Consiglio di giugno eventuali sanzioni contro la Turchia, ma sottolinea che i 27 optano per un approccio «progressivo, sotto condizioni e reversibile».

A dicembre, i 27 avevano stilato una lista di dirigenti del settore energetico da colpire, come conseguenza della presenza di navi militari turche nel Mediterraneo orientale, attorno ai giacimenti di gas. La decisione era stata rimandata a marzo. Ma al Consiglio europeo di ieri, dopo aver constatato che le relazioni con Grecia e Cipro si stanno distendendo (il dialogo, bloccato dal 2016 è ripreso con Atene) e che il presidente Erdogan ha parlato di aprire una «nuova pagina» nelle relazioni con la Ue, i 27 hanno deciso di attendere.

È una vittoria del fronte più diplomatico, Germania, Spagna, Italia. L’Alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell, qualche giorno fa ha insistito sulla necessaria cooperazione con la Turchia sui migranti e sarebbe pronto a dare in cambio la revisione dell’accordo di associazione con Bruxelles (l’adesione della Turchia alla Ue è ormai fuori questione). La Ue pensa all’arma economica con Ankara, in piena crisi.

La Francia, che si è schierata con la Grecia e pensa alle tensioni in Libia, insiste sull’opportunità che viene data a Ankara: o accetta la cooperazione e l’agenda positiva proposta dalla Ue, oppure si arriverà a ritorsioni. Per Parigi, le due strade corrono parallele, anche se gli Usa premono, il segretario di stato Antony Blinken ha detto due giorni fa alla ministeriale Nato che la Turchia è «un alleato prezioso» (nelle tensioni contro l’Iran). I 27 condannano comunque le derive della Turchia in materia di diritti umani, a cominciare dall’uscita dalla convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne.

Il presidente Emmanuel Macron, pur accettando che il tempo di chiarificazione si allunghi fino al prossimo vertice di giugno, getta olio sul fuoco: in un’intervista alla tv greca alla vigilia del Consiglio europeo, ha affermato che la Turchia cercherà di influenzare il risultato delle prossime presidenziali francesi, previste nella primavera del 2022.