Per la Sanità pubblica il 15 giugno in piazza in 34 città
In attesa della manifestazione nazionale del 24 giugno a Roma promossa dalla Cgil in difesa del diritto alla salute e per la difesa e il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale […]
In attesa della manifestazione nazionale del 24 giugno a Roma promossa dalla Cgil in difesa del diritto alla salute e per la difesa e il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale […]
In attesa della manifestazione nazionale del 24 giugno a Roma promossa dalla Cgil in difesa del diritto alla salute e per la difesa e il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale, domani in 34 città italiane si svolgeranno sit-in, assemblee e incontri promossi dalle associazioni di medici e operatori sanitari al grido di «Salviamo la sanità pubblica».
L’intento delle sigle promotrici – Anaao Assomed, Cimo- Fesmed, Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil Medici, Federazione Veterinari e Medici, Coordinamento area medica, Uil Fpl e Cisl medici – i cui segretari parteciperanno al sit-in di Roma davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze a partire dalle 10:30, è quello di denunciare i pericoli che minano la sostenibilità del Ssn e di «sollecitare interventi per scongiurare il collasso del sistema». Sono 18 le associazioni di pazienti e cittadini che hanno aderito, come le associazioni Donatori Midollo Osseo, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Lotta contro l’Aids, l’Associazione Persone Con Malattie Reumatologiche e Rare, Cittadinanzattiva, Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia.
Il Sistema in realtà è già al collasso: in molte regioni – ma anche nelle grandi città, a partire da Roma – le liste d’attesa sono talmente lunghe che il Cup non riesce a dare appuntamenti, cosicché i cittadini che non possono rivolgersi al privato spesso rinunciano alle cure. Secondo la Direzione centrale per le statistiche sociali e il welfare dell’Istat, sentita dalla Commissione affari sociali a marzo, nel 2022 circa il 7% della popolazione ha dovuto rinunciare a curarsi. E questo accade mentre gli investimenti sulla sanità calano – fermi al 6% rispetto al Pil, quasi la metà della Germania, un terzo in meno di Francia e Inghilterra, e l’assistenza territoriale si impoverisce sempre di più. «Occorrono almeno 8 miliardi in più sul Fondo Sanitario Nazionale – spiega l’Ordine dei medici di Firenze – Bisogna assumere specializzandi e superare il limite al tetto di spesa imposto alle Regioni per le assunzioni del personale sanitario».
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