Il nuovo candidato del Pd alla Corte costituzionale è una donna ed è di centrodestra. Al punto che due anni fa stava per essere lanciata dal Pdl come sindaca di Catania. Ida Nicotra, costituzionalista dell’Università etnea, è finita invece nelle liste della camera dei deputati. Non è stata eletta, ma avrebbe potuto entrare lo stesso in parlamento se si fosse dimesso l’onorevole Giuseppe Castiglione. Che invece, indagato per l’appalto del cara di Mineo, si è dimesso solo da sottosegretario del governo Renzi, conservando il seggio alla camera. Da lì ieri è riuscito a far passare, tramite Alfano e Renzi, l’indicazione di Nicotra per la Consulta. «Non nego che Firrarello e Castiglione mi sono sempre stati vicini», spiegava al Giornale di Sicilia l’aspirante giudice costituzionale in un’intervista rintracciabile in rete. Firrarello è il vecchio ras della Dc catanese, anche lui oggi in forza Ncd come il genero Castiglione. Nicotra è la candidata scelta per sostituire il palermitano Pitruzzella, messo da parte per via di una vecchia inchiesta ancora aperta proprio a Catania.
Ma tutti questi per Renzi sono dettagli. Quel che conta è che Ida Nicotra, da un anno componente dell’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone, è convintissima della bontà del percorso riformatore del governo. Ascoltata più volte dalle commissioni parlamentari, la professoressa ha difeso sia le modifiche alla Costituzione che la nuova legge elettorale. Alla Consulta, dove l’Italicum arriverà certamente, sarebbe una garanzia per il presidente del Consiglio. Non solo, ha anche stroncato ripetutamente la legge Severino, da lei giudicata retroattiva. La Corte costituzionale dovrà occuparsene presto, bocciando quella legge potrebbe fare un favore al presidente della Campania De Luca,. Il che certo non dispiace al Pd. Nicotra è una fan delle riforme da quando è entrata a far parte della commissione dei saggi del governo Letta, allora a indicarla fu il ministro Quagliariello, nella cui fondazione Magna Charta la professoressa aveva cominciato il suo percorso di avvicinamento al Pdl. «Nicotra ha un ottimo profilo, unito a trasparenza e indipendenza», ha detto ieri sera nella riunione dei gruppi del Pd il capogruppo dei deputati Ettore Rosato, poco prima che si cominciasse a votare i giudici per la 29esima volta. Nessuno ha preso la parola dopo di lui. Tutti hanno imparato a memoria l’sms che accanto a quello di Nicotra ripete da giorni l’indicazione di votare il candidato di Forza Italia Sisto e il professore ultrarenziano Barbera. Malgrado siano stati già due volte bocciati.
Ieri sera il Pd ha sfidato ancora una volta i franchi tiratori nel voto segreto, e lo scrutinio si è concluso troppo tardi perché questo giornale possa darne conto. Porte chiuse all’opposizione, malgrado il Movimento 5 Stelle ieri pomeriggio abbia tentato di riaprire i giochi con un notevole passo indietro. I grillini hanno annunciato la disponibilità a sottoporre anche il nome di Barbera al sondaggio di gradimento degli iscritti online, in coppia con il candidato già indicato dal M5S, il professore Franco Modugno. Il Pd avrebbe però dovuto abbandonare al suo destino il forzista Sisto. La svolta c’era tutta, visto che appena dieci giorni fa i grillini avevano deciso di bocciare Barbera direttamente nell’assemblea del gruppo, senza alcun sondaggio online, prima ancora che il nome di Sisto entrasse a far parte della terna. Ma Renzi ha preferito insistere.